TAP colpisce nel segno: dai complimenti di Renzi alle reazioni degli oppositori tra cifre sballate e paragoni impropri

9 agosto 2015 – Negli ultimi giorni si è registrato un grande interesse per la campagna di comunicazione estiva di TAP che mette a paragone una baia di Ibiza (interessata dall’approdo del gasdotto balearico) e il litorale del Salento dove approderà il gasdotto transadriatico, dimostrando, con la forza delle immagini, la perfetta compatibilità di questo tipo di infrastrutture con il turismo. L’interesse è testimoniato dai complimenti del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, espressi durante la sua relazione alla direzione nazionale del Pd, ma anche “a contrariis” dalle reazioni di coloro che si oppongono alla realizzazione dell’infrastruttura.

Dal Sindaco di Melendugno e dal Comitato NoTap sono arrivate infatti contestazioni ai contenuti della campagna, con cifre sballate, paragoni impropri, informazioni non corrette oltre al tentativo di spostare l’attenzione su altri temi che riguardano il gasdotto ma nulla hanno a che fare con il turismo, forse perché su questo aspetto è rimasto poco da contestare.

Davvero approssimativa è l’affermazione rilanciata in dichiarazioni, comunicati stampa e attraverso i social media, secondo cui il gasdotto di Ibiza “è 24 volte più piccolo di TAP”, o il confronto sulla portata del gasdotto  fatto tra due parametri incomparabili (i mc/ora e i mc/anno), per di più in buona parte virtuali, essendo al momento il raddoppio della capacità di trasporto di TAP a 20 miliardi di metri cubi una mera ipotesi;  il TAP reale, quello che all’inizio del 2020 comincerà a consegnare in Europa il gas dall’Azerbaigian, porterà in Italia 10 miliardi di mc all’anno: ed è sufficiente fare due semplici divisioni per ottenere una cifra di portata oraria che è lontana anche solo da raddoppiare quella di Ibiza.

Altrettanto inesatto è sostenere in uno specchietto che metterebbe a confronto le caratteristiche del gasdotto balearico con il TAP che il microtunnel a San Foca verrà “trivellato” in “sabbia finissima”, una affermazione smentita, prima ancora che dai sondaggi geologici già fatti, da quello che sa chiunque abbia frequentato una spiaggia: lo strato di sabbia superficiale, a terra e sul fondo del mare, raramente supera il metro di profondità; e si va avanti così con volute confusioni tra la pressione di progetto e quella di esercizio, con omissioni e dimenticanze sulla estensione della rete di trasmissione ad alta pressione in Italia (più di trentamila km ai quali TAP ne aggiungerà appena otto) e anche sul collegamento di una ventina di km tra il terminale ibizenco di Cala Graciò e la città di Ibiza. Ci si sofferma infine sul PRT per mettere in luce la differenza delle dimensioni tra il “piccolo” impianto di Ibiza e il “grande” terminale che sarà realizzato a Melendugno, tralasciando il fatto che quel che in Spagna è stato realizzato in bella vista su una scogliera  (poco più di una valvola di raccordo tra la tubazione che arriva dalla terraferma iberica, quella che porta a Ibiza città  e quella che prosegue via mare per Maiorca), in Italia (dove lavoreranno più di trenta persone e sarà situata anche la centrale di controllo dell’intero gasdotto TAP, dalla frontiera greco-turca a Melendugno) sarà fatto a più di otto km dalla costa in un’area oggi adibita saltuariamente a pascolo, lontana da assi viari e soprattutto distante  più di un km dal più vicino centro abitato; una collocazione che si fatica davvero a collegare con l’iperbolico paragone del “termovalorizzatore in piazza della Signoria” evocato dal sindaco Potì.

Insomma, ieri si diceva che il gasdotto trasporterà troppo poco gas per essere utile, oggi che ne trasporta troppo: domani di cosa si discuterà? Ieri si diceva che il problema erano gli effetti sul turismo di un gasdotto “su una delle spiagge più belle del meridione” (come ancora ieri si esprime il sindaco Potì), oggi si contestano le dimensioni del terminale di ricezione: domani di cosa si discuterà?

TAP (e probabilmente anche gran parte degli abitanti di Melendugno) vorrebbe sperare che si volti pagina e si cominci a discutere, in trasparenza, delle opportunità, anche in termini di investimenti per il territorio, aperte dalla presenza nell’area di Melendugno per i prossimi decenni di un grande progetto strategico per Italia ed Europa e di una grande azienda multinazionale. Un confronto al quale sempre più attori sociali del territorio non hanno timore di dichiararsi interessati e al quale manca colpevolmente solo la voce delle istituzioni.

La Redazione

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