Come si curava i denti l’uomo di Neanderthal? Con gli stuzzicadenti

Secondo il galateo sono assolutamente vietati gli stuzzicadenti. Se dei frammenti di cibo rimangono tra i denti il commensale deve andare in bagno e risolvere il problema. Ma 46mila anni fa questi problemi di buone maniere, di toilette e di cattiva abitudine di usare lo stuzzicadenti, l’uomo di Neanderthal non se li poneva. E’ quanto hanno scoperto alcuni ricercatori su un paio di denti rinvenuti, nel 2010, negli altopiani polacchi tra Cracovia e Częstochowa. I denti in questione sono stati sottoposti ad un’ispezione più approfondita e sono stati individuati dei solchi da stuzzicadenti, come se fosse una pratica abitudinaria da parte dell’uomo di Neanderthal a cui il dente apparteneva. Tali scanalature, nei denti dei due uomini di Neanderthal sono state scoperte in precedenza (anche in Spagna), ma la nuova scoperta suggerisce che la pratica era diffusa tra questi ominidi.

Lo scopo dello studio era di valutare i due denti – un premolare superiore e un terzo molare inferiore (cioè un dente del giudizio) – effettuando un esame fisico ed eseguendo un’analisi genetica. È stato uno sforzo veramente internazionale, che ha coinvolto specialisti provenienti da Polonia, Germania, Regno Unito e Italia. Il nuovo documento è stato guidato da Wioletta Nowaczewska del Dipartimento di Biologia Umana dell’Università di Wroclaw. La datazione al radiocarbonio dello strato in cui sono stati scoperti i denti suggerisce che abbiano entrambi circa 46.000 anni. Questo è un totale di cinque denti di Neanderthal trovati nella grotta di Stajnia, gli altri tre molari, mostrano prove di igiene orale.

I due denti erano in buono stato e hanno permesso una ricostruzione digitale sia in 2D che in 3D. I denti di Neanderthal differiscono dai nostri in diversi modi, incluso lo smalto più sottile, che gli scienziati hanno individuato nei due campioni. Anche modelli morfologici specifici sui denti e un’analisi del loro DNA mitocondriale associato li hanno confermati come appartenenti ai Neanderthal.

Il premolare superiore apparteneva a un individuo di età superiore ai 30 anni, mentre il dente del giudizio apparteneva a un maschio sulla ventina. Non è stata rilevata alcuna evidenza di patologia orale, come disturbi della crescita dello smalto, ipoplasia (sviluppo incompleto) o carie. Il dente del giudizio ha mostrato una significativa usura, probabilmente il risultato del consumo di cibi duri. Inoltre il dente del giudizio aveva anche segni di essere stato in contatto con uno stuzzicadenti.

«Sembra che il proprietario del dente abbia utilizzato l’igiene orale – ha spiegato la ricercatrice nell’articolo – Probabilmente tra gli ultimi due denti c’erano residui di cibo che dovevano essere rimossi».

Nowaczewska e i suoi colleghi non sono sicuri di come fosse fatto lo stuzzicadenti, ma qualunque cosa fosse, doveva essere un  “oggetto cilindrico abbastanza rigido, che l’individuo usava spesso da lasciare una traccia chiara”.  Lo stuzzicadenti potrebbe essere stato ricavato da un pezzo di osso, forse una lisca di pesce o un ramoscello.

In fondo chi tra di noi non si è mai trovato, durante un picnic o una scampagnata, e ha usato ciò che era a portata di mano per liberarsi dai residui di cibo?

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