30 aprile 1924: la promulgazione della Riforma scolastica di Giovanni Gentile

Il 30 aprile 1924 segna una svolta significativa nella storia dell’istruzione italiana. In questo giorno, il governo fascista, guidato da Benito Mussolini, promulgò la cosiddetta Riforma pensata dal filosofo Giovanni Gentile, un’iniziativa ambiziosa che avrebbe plasmato il sistema educativo italiano secondo i principi del regime fascista. Questa riforma, intitolata al suo principale artefice, il filosofo Giovanni Gentile, allora Ministro dell’Istruzione, rappresentò un punto di svolta nell’evoluzione dell’istruzione nel contesto politico e sociale dell’Italia del ventennio.

La Riforma Gentile fu un’operazione complessa e articolata che mirava a trasformare radicalmente il sistema educativo italiano. Nell’ambito di questa riforma, furono introdotte una serie di misure volte a centralizzare il controllo sull’istruzione, a consolidare l’ideologia fascista nei programmi scolastici e a plasmare una nuova generazione di cittadini fedeli al regime.

Uno degli elementi chiave della Riforma Gentile fu la centralizzazione del sistema educativo. Questa riforma abolì i consigli scolastici provinciali e istituì 19 provveditorati regionali, sottoposti direttamente al Ministero dell’Istruzione. Questa centralizzazione mirava a garantire un maggiore controllo statale sull’istruzione e a uniformare i programmi scolastici in tutto il paese, secondo i dettami dell’ideologia fascista.

Un altro aspetto fondamentale della riforma fu l’ideologizzazione dell’istruzione. La Riforma Gentile introdusse programmi scolastici improntati ai principi del fascismo, enfatizzando l’identità nazionale, la glorificazione dello Stato e la preparazione dei giovani alla vita all’interno del regime. Gli insegnanti venivano istruiti a diffondere i valori fascisti tra gli studenti e a promuovere un senso di disciplina e obbedienza nei confronti dell’autorità statale.

La Riforma Gentile comportò anche cambiamenti significativi nella struttura e nell’organizzazione delle scuole italiane. Venne ampliato l’obbligo scolastico e furono introdotti nuovi livelli di istruzione, con un’attenzione particolare alla formazione della classe dirigente. La riforma promosse una forte selezione degli studenti, privilegiando coloro che mostravano un maggiore conformismo e adesione all’ideologia fascista.

Tuttavia, la Riforma Gentile non fu priva di critiche e controversie soprattutto dopo la seconda guerra mondiale. Dopo la caduta del fascismo fu contestata l’accentuazione dell’ideologia fascista nell’istruzione e l’eccessiva centralizzazione del sistema educativo. Alcuni educatori espressero preoccupazioni per la perdita di autonomia delle istituzioni scolastiche e per l’imposizione di un unico modello educativo su tutto il territorio nazionale.

La Riforma Gentile ebbe un impatto duraturo sull’istruzione italiana. Contribuì a plasmare una generazione di cittadini fedeli al regime fascista e a consolidare il controllo dello Stato sull’istruzione. Tuttavia, fu anche il punto di partenza per dibattiti e riflessioni sul ruolo dell’istruzione nella società italiana e sulle sue implicazioni politiche e ideologiche.

Il 30 aprile 1924 segna un momento cruciale nella storia dell’istruzione italiana, con la promulgazione della Riforma Gentile che ha trasformato radicalmente il sistema educativo del paese, plasmandolo secondo i principi e le ideologie del regime fascista.

In occasione del centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, da parte dei fascisti, intendiamo creare una sorta di diario che ci accompagni fino al 10 giugno 1924 giorno dell’efferato delitto. Intendiamo raccontare l’Italia, piccola e ufficiale, per descrivere, per quanto possibile, il clima in cui maturò l’assassinio.

Francesco Cappello