Sognare ad occhi aperti è un’attivià che facciamo tutti

Sognare ad occhi aperti è un’attività che facciamo tutti. Passiamo quasi metà della  nostra giornata a farlo. Io, per esempio, da qualche tempo, sogno un territorio più felice, più a misura di  gambe e pedali. Forse è lo stesso sogno concepito da chi ha pensato la ciclopedonale che tanti grattacapi sta causando ai progettisti, agli amministratori e alla locale polizia locale. Senza contare ai sogni ad occhi aperti di chi si distrae e finisce sulla pista ciclabile della discordia che dovrebbe collegare le marine del territorio di Melendugno.

Sognare ad occhi aperti  ci rilassa e nello stesso tempo ci distrae da ciò che stiamo facendo. Ma cosa sogniamo ad occhi aperti. Il lavoro che abbiamo  non ci piace? sogniamo ad occhi aperti di farne un altro. Sogniamo di fare la scoperta del secolo e dare una svolta alla nostra carriera. Oppure non ci piace la nostra famiglia, magari sogniamo di ucciderli tutti. O ancora , in questo periodo elettorale sogniamo di sbaragliare i concorrenti e risultare il primo dei non eletti e/o fare incetta di voti.

Pensate ad un operaio che compie un lavoro ripetitivo. In quel momento pensa di stare attento, sta maneggiando un attrezzo pericoloso ma basta una distrazione, un sogno ad occhi aperti e zac! ci rimette le dita se gli va bene.

Ma non chiamateli distratti dicono gli studi.  Gli psicologi hanno equiparato il sogno a occhi aperti a un’incapacità di controllo cognitivo. Jerome L. Singer, nel 1966, è stato il primo a studiare in modo approfondito il fenomeno, ipotizzando una funzione positiva: può avere uno scopo adattivo nella vita delle persone, aiutandole a mantenere un contatto con la propria vita interiore, a gestire le proprie emozioni e risolvere problemi frustranti. La pandemia, per esempio, ha creato non pochi scompensi in molti individui. Molti travel blogger, per esempio, hanno potuto trovare proprio nell’immaginazione e nei sogni ad occhi aperti una valvola di sfogo. Secondo uno studio di Harvard gli adulti trascorrono il 47% della loro vita di veglia lasciando vagare la mente. Altri studi affermano che questa percentuale aumenta o diminuisce notevolmente a seconda di come vengono trattati i dati acquisiti.

Per decenni gli psicologi hanno equiparato il sogno a occhi aperti a un’incapacità di controllo cognitivo, sottolineando come esso ostacoli abilità come l’elaborazione dei compiti, la comprensione della lettura e la memoria. Tuttavia, Jerome Singer, ex professore della Pennsylvania State University e padre della ricerca sui sogni a occhi aperti, ha ipotizzato che sognare a occhi aperti possa avere un effetto positivo. Se così non fosse, perché la nostra mente sarebbe così incline a vagare?

A differenza degli psicologi che hanno dipinto il sogno a occhi aperti come del tutto inutile, il dottor Singer ha affermato che alcuni sogni a occhi aperti sono vantaggiosi e altri controproducenti. Per lui, i sogni a occhi aperti negativi si presentano in due forme: fantasie dolorose e ossessive e un’indisciplinata incapacità di concentrazione.

Questa idea fu rivoluzionaria quando il dottor Singer la propose 70 anni fa. Alcuni psicologi hanno proseguito la sua ricerca sui sogni positivi a occhi aperti, ma la maggior parte li considera una distrazione dannosa dai modelli di pensiero tipici. Persino lo studio condotto ad Harvard, una decina di anni fa, ha rilevato che chi sogna a occhi aperti è meno felice.

Sigmund Freud, riteneva il sogno a occhi aperti come manifestazione creativa altri lo considerano una sorta di via di fuga dalla realtà. Ma questa realtà immaginaria e alternativa potrebbe anche comportare la creazione di un’enorme database. E chissà che un giorno una di queste  visioni possa prendere vita!

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