Francesco Cappello in corsa per la carica di Sindaco di Melendugno. Non è un pesce d’aprile!

Manca poco più di un anno alle amministrative a Melendugno e il nostro direttore si metterà in gioco per il bene della comunità. Non è un pesce d’aprile!
L’editore, la proprietà e la Redazione, tutti insieme, sono orgogliosi dalla scelta di Francesco e avvertono i propri affezionati lettori che a sei mesi dalle amministrative queste pagine diverranno organo informativo dell’associazione “li Capi calati”. L’associazione è formata da donne e uomini di Melendugno e Borgagne che mai si sono occupati di politica attivamente ma operano fattivamente nel tessuto socio-economico del territorio. Persone insospettabili stanche di questo modo di fare. Addirittura una di loro tornerà al voto dopo aver disertato le urne per decenni. Noi non possiamo fare altro che gridare “Auguri” a queste donne e a questi uomini coraggiosi.

Abbiamo incontrato il nostro direttore, Francesco Cappello, per farci raccontare come si è arrivati a questa storica ed estrema decisione.

Direttore Buongiorno, dopo l’esperienza con i 5 stelle non ne ha avute abbastanza e ha anche deciso di candidarsi a Sindaco, pro-tempore di Melendugno, Borgagne, Torre dell’Orso, San Foca, Torre Sant’Andrea e Torre Saracena.

Ti ho formato bene se già dalla prima domanda cerchi di mettermi in difficoltà. Insieme all’associazione “li Capi calati” ieri sera, in una riunione lampo, e debbo dire a sorpresa, è stato deciso di iniziare il nostro percorso verso quelle che saranno le amministrative 2022. Io mi metterò in gioco, in prima persona, proprio a causa di tutto il rancore e l’esperienza accumulata negli anni nel movimento dei grillini. E’ ora di dire basta allo strapotere dei soliti noti e alla discesa in campo della vecchia politica.

Direttore quali sono in sintesi i suoi programmi. Ci dia un assaggio di ciò che toccherà alla comunità se lei dovesse riuscire a vincere alle prossime elezioni amministrative del 2022”.

La situazione è gravissima. Il territorio di Melendugno è vasto e male amministrato. In tanti anni di amministrazione monocolore nulla è stato fatto di concreto per frenare il decadimento del territorio. Solo debiti ed è un continuo lavorare sulle emergenze. Negli ultimi mesi, poi, il vicesindaco, è ovunque nel ramo social, mentre il Sindaco è non pervenuto se non quando ci sono i microfoni di qualche emittente. Pare sia sempre in campagna elettorale, non è mai sceso da quel palco. Io e la mia squadra saremo protezionisti. Non riusciamo a capire per quale motivo il territorio deve favorire i forestieri. Il nostro primo passo amministrativo sarà quello di fermare lo scempio di assumere funzionari provenienti da altri enti. Studieremo insieme ai nostri legali i passi da compiere per avvalerci delle tante professionalità che popolano il territorio. Ma avremo modo di parlarne con più calma. In fondo per i programmi da realizzare basterà solo copiare in tutto ciò che non è stato realizzato in questi anni. Tanti “libri dei sogni” sono stati redatti e noi ne prenderemo a piene mani. Una cosa però è fondamentale da comprendere. Siamo un unico territorio e come tale dobbiamo agire. Basta creare palazzetti dello sport costosi a Melendugno e altrettante opere inutili e onerose a Borgagne. La comunità è solo una ed è l’unica che paga.

Oggi voglio solo dire che inizio un percorso che mi porterà a candidarmi l’anno prossimo alla carica di Sindaco di Melendugno perché è ora di dire basta. Non sono avvocato né ingegnere o commercialista e sicuramente peggio dell’ultima amministrazione non potremo fare ma sono certo che con il vostro supporto e con quello dell’associazione, che mi ha fortemente appoggiato, riusciremo a effettuare un significativo cambio di passo.

Direttore cosa ne pensa del gasdotto TAP, della fine del progetto e dell’eredità che interesserà il territorio.

Noi come giornale e io personalmente abbiamo sempre osteggiato questo mostro. L’argomento ha dominato la scorsa campagna elettorale e la prossima amministrazione se lo ritrova funzionante e operativo. Posso solo prometterle, cara Cristina, che renderemo la vita impossibile alla multinazionale e gli faremo maledire il momento in cui hanno messo piede nel nostro territorio”.

Lo sa, direttore, che oggi è primo aprile? E che questa sua, come dire, “discesa in campo” potrebbe essere vista come uno scherzo, un pesce d’aprile?

Cara Cristina, non è la stessa vita uno scherzo? Abbiamo dei tempi tecnici da rispettare e poco tempo per farci conoscere e apprezzare dalla popolazione. La pandemia ha stravolto le carte in tavola ma appena passeremo in zona gialla io, insieme agli associati de “Li capi calati”, verremo casa per casa a spiegarvi le nostre ragioni. Casa per casa con mascherina e a distanza.

Grazie direttore, per ora è tutto e in bocca al lupo per il suo nuovo progetto.

Cristina De Luca

AGGIORNAMENTO: Nell’intervista manca la marina di Torre Specchia, ce ne scusiamo con gli abitanti. Infine tutto l’articolo è stato dettato dal fare goliardico del direttore essendo l’occasione troppo ghiotta per non approfittare del pesce d’aprile.

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