Nuova frontiera dello smart working: il caso di Otranto

Quando ci fu il primo “libera tutti” nel giugno 2020 molti abitanti delle grandi città, oppressi da quasi tre mesi di lockdown stretto, abbandonarono i loro appartamenti e si stabilirono nei piccoli centri per continuare a svolgere telelavoro o smartworking, come si dice ora, in era pandemica. Poiché l’uscita dall’emergenza Covid-19 è ancora lontana dal trovare una soluzione e non si sa se lo smarworking sarà una parentesi momentanea alcune piccole città, soprattutto del Centro e Sud Italia, hanno preso la palla al balzo e hanno creato degli ambienti accoglienti per questi lavoratori digitali che scappavano dalle 4 mura domestiche per rifugiarsi in un angolo di paradiso. Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano anche ad emergenza finita saranno più di 5 milioni gli italiani che continueranno a lavorare almeno in parte da remoto, quasi un terzo dei lavoratori dipendenti attivi in Italia. E quindi sono sempre più numerosi i comuni che si stanno organizzando con bandi ed iniziative per attirare questi nuovi emigranti. Molte di queste iniziative si inseriscono nel programma dell’Unione Europea per rilanciare attraverso l’innovazione digitale e sociale le zone rurali, creando i cosiddetti ‘smart village‘.

Smart Working a Otranto

Il Comune di Otranto, per esempio, ha lanciato nel mese di ottobre 2020 l’iniziativa ‘Smart Working Otranto’, offrendo su tutto il territorio comunale wi-fi gratuito, servizi per il telelavoro e promozioni dedicate, in collaborazione con le aziende del posto: alberghi, ristoranti e strutture ricreative.

Il Comune ha inaugurato il 9 luglio scorso una ‘Community Library’, aperta tutti i giorni dalle 10. Un work station attrezzata con stampante, fax e connessione veloce, a metà tra un ufficio libero e una biblioteca. “La biblioteca, i cui lavori sono stati curati dagli architetti Francesco Baratti, Cinzia Tarantino e Marine Patin, è stata concepita come piazza e spazio pubblico da condividere. Non a caso all’interno di questo nuovo spazio troverà posto anche lo IAT di Otranto, con il suo personale che consentirà la cogestione della biblioteca e dei servizi annessi. Una biblioteca libera e friendly, quindi, dove tutto il materiale documentario è a scaffale aperto, facile da trovare e da prendere in prestito. Una biblioteca multimediale, anche, dove non ci sono soltanto libri cartacei, ma eReader, tablet e Dvd: perché la cultura ha varie forme e abbiamo il dovere di sfruttarle tutte al meglio”.

La Redazione

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