“Moralmente sono molto provato, ringrazio mia moglie e i figli che mi hanno sempre sostenuto e hanno creduto nella mia innocenza. La cosa che mi ha fatto più male è quella di essermi dovuto sedere al tavolo degli imputati come un criminale” con queste parole ha commentato con noi il Comandante della polizia locale, Antonio Nahi, la sentenza di oggi che chiude una vicenda durata 4, lunghi, anni.
Assolto perché il reato non sussiste è questa la conclusione del processo che ha visto protagonista il comandante Nahi dopo quattro anni tormentati che hanno messo a dura prova la sua tempra di uomo di legge e di essere umano. Nahi era stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio circa due anni fa perché a detta del giudice Edoardo D’Ambrosio aveva favorito un veterinario, di Melendugno, nella gestione del canile municipale oltre che corrispondergli un compenso mensile di 2500 euro al netto delle spese di ordinaria manutenzione e dell’approvvigionamento del mangime per animali.
Stamane l’assoluzione ad opera dei giudici della seconda sezione collegiale del Tribunale di Lecce, presidente Pietro Baffa, “il fatto non sussiste” ha sentenziato il presidente che spiegherà le motivazioni della sentenza che saranno rese pubbliche in un secondo momento e perché ha accolto anche l’istanza del pubblico ministero Alessandro Prontera.
Un’associazione ambientalista, rappresentata dall’avvocato Americo Barba, invece, si era costituita parte civile, chiedendo un cospicuo risarcimento in denaro. L’associazione ambientalista faceva riferimento al fatto che la legge regionale 12/95 all’articolo 14 indicava come le sole associazioni iscritte all’albo Regionale potessero gestire il canile. Tale articolo, invece, è stato dichiarato incostituzionale dall’Alta Corte con sentenza n. 285 del 18 ottobre 2016.
Il comandante Nahi chiude la telefonata: “Sono contento che tutto si sia concluso nel migliore dei modi e non ce l’ho con nessuno”.
Francesco Cappello