Attenzione: Avast raccoglie i tuoi dati di navigazione e se li vende

Ma quanto è bello internet e i suoi servizi e applicazioni gratuite. Quanti app gratuite hai installato sul tuo dispositivo o computer o notebook? Ma sei sicuro che siano effettivamente gratuite? Spesso le cose gratuite non sempre lo sono e spesso, con il tempo, ci accorgiamo che prima o poi dobbiamo pagarle, e anche a caro prezzo. E così veniamo a sapere, per esempio, che due famosi antivirus gratuiti, Avast e AVG, che noi stessi, spesso, abbiamo installato in passato, non sono poi totalmente gratuiti e un costo salato lo hanno presentato. Eh già, è stato appurato che Avast e AVG che hanno sempre ottenuto il massimo dei voti per bloccare i malware e i virus raccolgono i click e le cronologie di navigazione degli utenti e li vendono ad altre aziende. Sì è vero, nell’informativa privacy, Avast afferma che nessun click viene registrato e ha ha tentato di raffreddare gli animi sostenendo che le cronologie web raccolte erano spogliate dei dettagli personali degli utenti prima di essere consegnate. C’è solo un problema: quello che dovrebbe essere un grosso pezzo di dati anonimi sulla cronologia web può essere effettivamente separato e collegato ai singoli utenti Avast, secondo un’indagine congiunta di PCMag e Motherboard. E chi compra questi dai? Microsoft, Google, Pepsi, Intuit, Condé Nast, McKinsey sono tra gli acquirenti.

La divisione Avast incaricata di vendere i dati è Jumpshot, una società controllata che offre accesso al traffico degli utenti da cento milioni di dispositivi, inclusi PC e telefoni. In cambio, i clienti, dai grandi marchi ai fornitori di e-commerce, possono sapere cosa acquistano i consumatori e dove, sia che questi click provengano da una ricerca su Google o Amazon, da un annuncio di un articolo di notizie o da un post su Instagram. I dati raccolti sono così dettagliati che i clienti possono visualizzare i singoli clic che gli utenti stanno facendo nelle loro sessioni di navigazione, incluso il tempo trascorso al millisecondo. E mentre i dati raccolti non sono mai collegati al nome, all’indirizzo e-mail o all’indirizzo IP di una persona, la cronologia di ogni utente viene comunque assegnata a un qualcosa chiamato ID dispositivo, che rimarrà residente fino a quando l’utente non disinstalla il prodotto antivirus Avast.

Quindi? Quindi quando un’applicazione è gratuita chiedetevi perché nessuno pretende un pagamento e tenete a mente che i nostri dati di navigazione, le nostre preferenze, le nostre ricerche hanno molto più valore degli euro nel vostro portamonete.

Francesco Cappello

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