Breve storia del gasdotto TAP a Melendugno tra il 2010 e il 2011

Mentre la questione del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) è divenuto un affaire spinoso per la componente 5 Stelle nella coalizione del governo giallo-verde qualcuno ancora si chiede come mai proprio Melendugno abbia avuto l’onore di essere scelto come punto di approdo.

In alcuni documenti datati 2010 e pubblicati da Wikileaks si parlava di un gasdotto “vicino” Brindisi (“near Brindisi”). Per molti quel “near” potrebbe indicare San Foca, per altri Cerano e la sua centrale altamente inquinante. Per altri ancora “near” rappresentava Lendinuso. Le mail pubblicate sono quelle dell’azienda statunitense Stratfor, Corporation che si occupa di servizi di intelligence e fornisce i suoi servigi anche ai marines americani. L’iniziale punto di approdo era stato fissato a Lendinuso, località, appunto nei pressi di Brindisi, tra Casalabate e Campo di Mare. Sempre nel 2010 la Camera di Commercio di Bari espresse parere negativo al progetto. Intanto il mare di Lendinuso pare fosse pieno zeppo di Posidonia e il consorzio TAP si trovò costretto a trovare un’alternativa più ”pulita”. Anche San Foca era in una rosa di località e magicamente la località turistica di Melendugno si ritrovò scelta perché nelle sue acque la Posidonia era inesistente e anche perché la Regione a guida Nichi Vendola non aveva provveduto a dare un sito alternativo. Ormai San Foca era divenuta la località scelta per l’approdo del gasdotto per mere ragioni tecniche e ambientali, come affermò il consorzio TAP in quel periodo. Qualcuno più malizioso afferma che una primordiale “manina” avesse fatto scegliere Melendugno per ragioni affettive, altri, i soliti complottisti, giurano che le carte c’erano ma non si trovano perchè fatte sparire dal Comune di Melendugno. Noi dobbiamo basarci sulle prove e possiamo solo registrare che il 6 maggio 2011, presso la sala consigliare di Melendugno si svolse un incontro tra i tecnici TAP e l’allora sindaco Vittorio Potì e in quell’occasione il Primo Cittadino sollecitò i tecnici di TAP a “confermare […] per motivi tecnici, al funzionamento dell’impiantistica del gasdotto, si correla fisiologicamente un saltuario periodico doveroso rilascio di porzioni di gas in atmosfera per ragioni di regolazione barica”. Un mese prima, partendo da un articolo su puglialive.net, sul vecchio forum di melendugno.net alcuni utenti sollevavano il problema della variante al tracciato che invece di arrivare a pochi chilometri da Brindisi fosse stata scelto proprio Melendugno (San Foca) come punto d’approdo. Il 15 aprile 2011 Tonio Tondo, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, che Vittorio Potì confermava di aver «avuto solo informazioni preliminari. Un progetto non c’è – continuava il Sindaco Potì – e ci pronunceremo quando lo avremo». E il 9 settembre 2011 ancora il Sindaco Vittorio Potì, sempre sulla Gazzetta del Mezzogiorno, e sempre a firma di Tondo, affermava che due progetti di gasdotto nel Salento non potevano coesistere (l’altro gasdotto era il Poseidon che doveva sbarcare a Otranto). Poco più di un mese dopo Vittorio Potì moriva e nel febbraio 2012 il consiglio comunale di Melendugno votava all’unanimità la negazione di “autorizzazioni, nullaosta, pareri, varianti urbanistiche di competenza del comune di Melendugno alla TAP (Trans Adriatic Pipeline)”. Il resto è cronaca.

Francesco Cappello

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