Cronistoria della visita al cantiere TAP. Bocciato emendamento in commissione bilancio. Tanto ci riprovereranno

Il 15 dicembre 2017 scorso abbiamo avuto la possibilità di entrare nel cantiere TAP a vedere con i nostri occhi i lavori che sono proseguiti dopo l’espianto degli olivi in località San Basilio e luogo tra marzo e aprile scorsi di numerosi scontri e tensioni.

Abbiamo anche effettuato delle dirette streaming pubblicate sulla nostra pagina Facebook. A parte la qualità scarsa dell’audio per varie ragioni le domande che abbiamo poste sono state scelte dagli utenti che nelle tre ore precedenti ci hanno inviato tramite il social network oppure chiamandoci telefonicamente. I quesiti sono stati ovvi, pensati da gente comune, tra cui anche una su quando la multinazionale, che deve costruire il gasdotto TAP, lascerà questa terra. La risposta, scontata, è stata che la multinazionale con sede in Svizzera quest’opera la vuole completata. Ricordiamo che il gasdotto TAP è stato ha definito dal governo italiano, strategico, e il consorzio non ha alcuna intenzione di lasciare il lavoro a metà, lo vuole continuare, fine e far entrare in esercizio un gasdotto che il popolo salentino non vuole. E lo dimostrano due aspetti di questa vicenda. Il primo è la pubblicazione, urbi et orbi, dell’annuncio sulla ricerca di 64 operai più un ingegnere da parte dalle aziende che hanno in appalto i lavori di costruzione del gasdotto. Il secondo aspetto il tentativo, fallito, ma non è detto che non ci riproveranno, di arrestare chiunque osi fare anche un pensiero contro il gasdotto TAP. In realtà per ora è stato solo bocciato l’emendamento che prevedeva l’arresto e la detenzione fino ad un anno per chi si avvicinava o impediva i lavori del gasdotto. Domani, chissà, magari sotto Natale qualcuno penserà di approvare una leggina che ci scruti nelle menti e al primo pensiero fallace far intervenire i corpi speciali.

Tornando alla pessima qualità dell’intervista del 15 dicembre scorso le risposte sono state più che ovvie e nelle aspettative. Il gasdotto non è pericoloso, nessuna applicazione della legge Seveso perché ai gasdotti non viene applicata, a Mazara del Vallo esistono impianti con sfiati a freddo, la posidonia non viene toccata perché TAP ha grande rispetto dei pochi ciuffi presenti, per holdup non si applica la stessa direttiva Seveso e non c’è nulla da temere, tutto è stato studiato nei minimi dettagli, l’acquedotto Pugliese è stato informato della zona rossa e sul fatto che nel terreno, dove insiste un impianto di fitodepurazione, dovesse essere tirato su un muro con tanto di filo spinato, TAP non ha bisogno dei soldi della Banca Europea degli investimenti. La BEI non si è fermata per i quattro mila tweet del Comitato NoTAP ma solo perché insieme alla richiesta di finanziamento da parte di TAP non sono andate in discussione altre richieste di finanziamento.

Cercheremo di fare meglio la prossima volta e a coloro che ci hanno contestato o accusato di essere dei venduti o dei comprati sol perché non abbiamo fatto quella domanda invece di qualcos’altro chiediamo di accompagnarci la prossima volta che visiteremo il cantiere.

Francesco Cappello

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