TAP usa le forze di polizia italiane per espiantare gli alberi. Spunta una portaelicotteri a San Foca

28 marzo 2017 – San Foca, San Basilio, cantiere TAP e presidio NOTap. Da una parte centinaia di agenti in tenuta antisommossa permetteranno alla multinazionale del gas di poter espiantare i poco più dei 180 alberi rimasti. Dall’altra parte i manifestanti con le braccia alzate in segno di resa hanno provato a far ragionare le forze dell’ordine per evitare che si giungesse alle mani. Al centro la stampa che in queste ore concitate ha avuto un ruolo fondamentale per far conoscere la situazione al mondo esterno. Stamane sono stati espiantati altri cinque alberi e portati a 8 km in masseria Capitano a Melendugno. Il tutto è avvenuto grazie alla sentenza del Consiglio di Stato che ha raggelato le speranze locali e con il beneplacito del Prefetto che ha preferito usare la forza per creare un corridoio sicuro per i mezzi impegnati nell’opera di espianto. Ed ecco quindi che è stato utilizzato il pugno di ferro per allontanare e respingere tutti coloro che si oppongono al progetto, quindi strade di accesso chiuse, i manifestanti hanno raggiunto il presidio solo a piedi e via campagna, saltando muretti a secco. Un elicottero che svolazza sulle teste dei manifestanti, una portaelicotteri che si fa vedere a San Foca (che ci sia un’esercitazione o meno ha poca importanza), forze dell’ordine in tenuta antisommossa che respingono sindaci con la fascia tricolore, consiglieri regionali e comunali che rappresentano essi stessi lo Stato. E poi tanti cittadini che di quello stesso Stato si sentono abbandonati, calpestati e prevaricati, che non credono ai loro occhi per tutto ciò che sta avvenendo. E in fondo tanti giovani e giovanissimi che studiano a scuola che uno stato di diritto è diviso in tre principi fondamentali indipendenti gli uni dagli altri: giudiziario, esecutivo e legislativo.

Francesco Cappello

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