18 novembre – E’ innegabile TAP Italia ha il senso dell’umorismo. Dopo aver avviato il cantiere e assicurato che tutto procede nel migliore dei modi, ieri, 17 novembre, a Cavallino, presso l’hotel Leone di Messapia si è svolta la presentazione alla stampa del progetto “MENA” acronimo di Master d’Eccellenza per la Nuova Alimentazione, un progetto dedicato ai ristoratori a sostegno delle vocazioni e dell’economia del territorio di Melendugno e del Salento.
MENA! È il secondo progetto avviato sul territorio dopo quello dedicato alle associazioni senza fini di lucro. MENA però è anche un’esortazione in dialetto salentino che significa “sbrigati!”, in italiano, e magari potrebbe essere vista come un’esortazione a se stessa a non perdersi d’animo, dato che pare impantanata a rincorrere ancora alcune prescrizioni da portare a termine, senza contare il fatto della difficoltà di realizzo del microtunnel. Ieri sera erano presenti 37 persone, di cui sei salite sul palcoscenico, su 100 sedie preparate, magari il “MENA” è dedicato a coloro che credono ancora che questo consorzio porterà progresso e sviluppo. Ieri sera, Alessandra Lofino, collega di Telenorba, chiaccherando con Michele Elia, Country manager di TAP Italia, ha parlato di “grande famiglia” e noi come ospiti di tale consesso vorremmo consigliare a questi personaggi di prendere il MENA come un’esortazione: “mena e sciatibune” potrebbe essere il giusto completamento del Master di Eccellenza che dovrebbe essere tenuto da chef che del progetto non sanno nulla, non ne conoscono le criticità, ma sanno solo che qualcuno paga loro le parcelle.
Noi non sappiamo se il progetto Tap “MENA” porterà a qualche frutto, o a qualche pietanza, rimanendo in linea con lo spirito del progetto, ma possiamo dire che il consorzio si comporta esattamente come una grande Corporation che usa con tranquillità e senza mezze misure il bastone e la carota. Ora è il tempo della carota, delle palline e dei vetri colorati per comprare il consenso della popolazione. Il bastone, prima o poi, sarà preferito alla carota e ci ritroveremo con il nostro territorio militarizzato.
Francesco Cappello