Italia popolo di santi ed evasori fiscali. Non passa giorno che la stampa nazionale non ci riempia di notizie riguardo questi malfattori che indeboliscono il sistema fiscale nazionale. E Melendugno non è da meno, anche qui i contribuenti disattenti hanno vita difficile. Non è la prima volta che contribuenti “disonesti” vengano “pizzicati” per non aver pagato quanto dovuto. Questa volta ad essere beccata è stata un’anziana donna di Melendugno, 76enne, colpevole di aver evaso 6 centesimi di euro. La solerte Agenzia delle Entrate ha fatto i calcoli e alla fine la cifra compresa di more e sanzioni sul tardivo pagamento arriva ad un totale di 20 euro. Il figlio dell’evasore pizzicato ha quindi pubblicato, ironicamente, quanto accaduto su Facebook e un solerte Sindaco, di Melendugno, Marco Potì non ha fatto altro che addossare ogni responsabilità
«all’Agenzia delle Entrate (nazionale) e le relative scadenze e flussi sono gestiti direttamente dallo stato. L’irregolarità praticamente è segnalata da Roma ed il Comune procede ad emettere l’avviso relativo. Al contrario, – ha continuato il Sindaco Potì – la gestione della tassa sulla spazzatura (TARI) è fatta direttamente dal Comune ed in questo caso ti assicuro che si cerca di essere, per quanto possibile, flessibili nei riguardi di somme esigue di morosità e/o di ritardi nei pagamenti […]».
Sfortunatamente il Primo cittadino dimentica che nel 2012 l’azienda che gestiva la riscossione dei tributi comunali, Ce.R.In, si comportava nel medesimo modo quando inviava cartelle di avvisi di accertamento di pochi centesimi. Nel 2012 l’azienda di riscossione in questione per 15 centesimi evasi chiedeva 28 euro.
«Il problema – ha ribattuto il figlio della 76enne evasore sul social network – non è se si tratta di TARI, TARSU, IMU, ICI, TIENI, ITI, VITI, nè colpa sua, colpa tua, mia o degli altri. Il problema è che non si perde occasione per fare cassa rasentando il ridicolo non fermandosi neanche davanti a persone sole e anziane che per paura pagano e nel caso specifico pure ringraziano. La domanda è molto semplice: è necessario spedire per raccomandata con ricevuta di ritorno una notifica di 0,6 centesimi? Se è per fare cassa, pare che sia tutto lecito».
Francesco Cappello