Operazione nostalgia su sei di Melendugno se: chi ha giocato a biglie, biglietti, tappi e tuddhri?

Scisciulicchia, palloncione, sicutieddrhi, tuddhri, termini questi che alle nuove generazioni non dicono nulla ma riportano gli adulti alla loro infanzia. Questo deve aver pensato Stefano Conte quando ha aperto un post in un popolare gruppo su Facebook:

«Sei di Melendugno se………. hai giocato almeno una volta per strada a palline…
Lu “palloncione” era la pallina grande, “la scisciulicchia” la piccola che – al cambio – valeva di più. Si giocava a “sicutieddrhi”….o “a buca”….i termini usati erano: “COMU”…”COMU ALLU CRISTIANU”…..”SENZA”….quando colpivi l’altra pallina dicevi “me l’aggiu fatta”….se tiravi “a piombo” e te la facevi dicevi “me l’aggiu spaccata”…..termini solo melendugnesi….solo per intenditori!!

E lì altri utenti si son scatenati, nel senso buono, andando indietro nei ricordi, rammentando la propria gioventù, ricordando come  le biglie le vendesse “lu Tunatu de lu spacciu”. In quei tempi non esistevano né cellulari né Facebook e la frisella aveva un altro sapore, una vera e propria operazione nostalgia.

E tutti a ricordare di come si giocasse a biglietti, le figurine dei calciatori (quante ne ho perse!) della Panini, su come si metteva la mano per riuscire a ruotarli e vincere quelli dell’avversario. E poi c’erano i tuddhri (piccole pietre), cinque per l’esattezza, per dimostrare a tutti la propria abilità.

Chissà quanti di quei bambini, ora divenuti adulti hanno conservato in una scatola, o sul fondo di un bicchiere, in cantina o nel ripostiglio, quei cimeli, quelle biglie, quei sassolini con l’illusione, un giorno, di poterci giocare di nuovo.

Francesco Cappello

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