Vogliamo raccontarvi una storia, e come in tutte le fiabe, c’è un Re, c’è un despota, e c’è un paese.
E nel modo in cui cominciano tutte le favole che si rispettino, anche questa inizia con….
C’era una volta…..un paese lontano, (non tanto poi…) dove un despota, faceva il bello ed il cattivo tempo, su tutti i suoi sudditi, guai a tradirlo (o anche solo a contraddirlo). Pure un benché minimo sospetto si era messi alla berlina, e si era sottoposti a tutte le angherie che gli venivano in mente in quel momento…. In tutto questo scenario, ovviamente, c’erano i suoi seguaci, addestrati a sua immagine e somiglianza. Come lui, andavano avanti con ricatti e con la presunzione che a loro tutto fosse concesso, sol perché avevano il “potere” di comandare! Come in tutte le monarchie che si rispettino, il regno andava da padre in figlio (o da zio a nipote). Volevano far credere che esistesse la democrazia, facendo andare il popolo ad elezioni e dando la sensazione, che fosse proprio la gente, a poter decidere chi mandare al comando, ma si sa le elezioni, possono, comunque essere alterate, come? direte voi! semplice: magari promettendo posti di lavoro, o concessioni, favoritismi…..e con gli, immancabili, traffici elettorali!
Cambiando Re, nel piccolo paese, non cambiarono i modi d’essere della famiglia regnante, anche se molti sperarono in una trasformazione, con la successione del giovine Re. Molti furono entusiasti del giovine, vento nuovo, allegro….. con musiche, canti e giochi….. ma ben presto, tutti si resero conto che oltre a ciò non si andava….. era intrinseco in lui, la sua discendenza. Non si guardava in faccia nessuno, nemmeno i loro sostenitori… che venivano fatti fuori al benché minimo sospetto, di minacciare il loro “potere”…o anche solo alla loro disubbidienza! Tranne chi, come loro, aveva appreso le lezioni da essi date, e quindi aveva a sua volta, ricattato, ed avuto il coltello dalla parte del manico. Ed andando avanti così, si era nuovamente, giunti ad un passo da nuove elezioni. I “debiti” acquisiti nelle vecchie votazioni dovevano essere saldati, il tempo stringeva, dovevano “saldare”, rischio di non riuscire più a “comandare”! Le promesse non potevano essere di marinaio, quindi anziché dare ciò che era stato promesso, dimezzarono il “loro” saldo!
In tutto questo c’era un paladino, che diceva di combatterli, ma in realtà, non voleva essere incolpato dei loro stessi reati, perché anche lui aveva appreso la loro tecnica di comando e cercava di rigirarla in proprio favore e come altri, anche lui aspirava all’“imposizione”!
Il regno risultava alquanto bizzarro: con sozzura ovunque, lampioni erti nelle campagne e non sulle strade, lanterne che arrivavano fino ad un certo punto delle vie, soltanto perché fin lì la monarchia era ben voluta! (dopo no! Erano Repubblicani!)
Tutto ciò dovuto al “potere” scaturito, dall’avere la possibilità di governare un paese, il potere che chiude gli occhi anche ai più esperti!
Ci piacerebbe scrivere un bel finale, dove l’orco cattivo viene sconfitto, dove la prosperità e la libertà regnano sovrane, dove ognuno ha libertà di dire ciò che vuole senza aver paura di subire ritorsioni, dove la meritocrazia ha il posto che si merita, ma questa sarebbe utopia! E noi, qui, siamo solo in Italia! Ma una cosa concedeteci:
Abbasso la monarchia W la Repubblica
Conte Demetrio Tafuri
Don Ferrante