I Carabinieri della Stazione di Melendugno, a partire dal mese di novembre 2015, sono stati interessati da una persona anziana del posto, la quale si era accorta di continui e numerosi ammanchi di denaro da casa sua, pur senza mai trovare segni di effrazione. La vittima, nel presentare poi le relative denunce, aveva cercato già in primis, con l’aiuto del figlio, di correre ai ripari, utilizzando degli stratagemmi per poter cogliere sul fatto coloro che gli stavano rubando il denaro, ma per i motivi più disparati, non vi erano riusciti. Ed è per questo motivo che nella giornata di ieri i Carabinieri, con il consenso della vittima, hanno deciso di far coincidere la sua assenza da casa con la loro presenza in appiattamento all’interno dell’appartamento e nelle immediate vicinanze. Ben nascosti ed in abiti civili, i Carabinieri non hanno atteso invano, perché verso le 18.30, hanno udito aprire la porta d’ingresso principale dell’abitazione con la chiave, e subito dopo hanno visto entrare nella penombra un ragazzo che richiudeva la porta dall’interno e si dirigeva nella camera da letto; il ragazzo, aiutandosi con la torcia presente sul suo telefono cellulare, prelevava un semplice calzascarpe in plastica dal comodino della vittima, con il quale iniziava a forzare un cassetto del comò ove la vittima custodiva alcune banconote. Una volta aperto il cassetto con una semplicità disarmante, i Carabinieri sono usciti dal loro nascondiglio bloccando il ragazzo, che si stava accingendo a prendere il denaro. Grande è stata la sorpresa quando i Carabinieri si sono trovati davanti un ragazzino che non aveva ancora compiuto 14 anni, e la stessa scena si è presentata anche ai Carabinieri che invece, appostati all’esterno, hanno provveduto a fermare un suo coetaneo che era rimasto fuori dall’abitazione come “palo”. I due ragazzi sono stati accompagnati in caserma, dove sono stati convocati i loro genitori per riaffidarli alle loro famiglie, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura per i Minorenni di Lecce, al quale verrà poi trasmessa l’informativa di reato a carico dei due, che comunque, data l’età, non risultano imputabili ai fini della legge penale.
Nell’occasione, dopo aver tolto al ragazzino che era entrato in casa la copia della chiave in suo possesso, sempre su disposizione del magistrato per i Minori, i Carabinieri si sono recati presso la sua abitazione, unitamente alla madre ed al suo convivente, per effettuare una perquisizione, dato che sembrava abbastanza ovvio che il ragazzino, in possesso della chiave dell’abitazione della vittima, potesse essere coinvolto anche nei precedenti furti.
Coincidenza assai curiosa è stata che la madre del ragazzino, una 43enne straniera, a partire dal mese di novembre 2015 e fino ai primi giorni di gennaio di quest’anno, aveva lavorato come badante proprio a casa della vittima.
Nel corso della perquisizione, all’interno dell’abitazione ove il ragazzino vive con la madre ed il suo compagno, i Carabinieri hanno recuperato una somma totale di 12.150 euro in contanti, custoditi in vari luoghi diversi della casa ed in un giubbotto, di cui però la madre del ragazzo ed il suo compagno non riuscivano a giustificarne la provenienza; ma tanto non bastava per considerare quei soldi come provento dei furti perpetrati a casa dell’anziano, che comunque in più occasioni si era visto portare via una somma complessiva vicina ai 16.000 euro.
Il colpo di scena comunque era alle porte, e stava per concretizzarsi proprio presso la caserma dei Carabinieri di Melendugno, quando la donna ed il suo compagno sono stati convocati per la compilazione degli atti e le formalità di rito.
Mentre, come detto, si trovavano in caserma, la donna ed il suo compagno hanno cercato di allontanarsi con una certa insistenza dalla vista dei carabinieri, con la scusa di dover andare in bagno, e così è stato, anche perché dal momento in cui i due sono stati resi edotti dell’intervento dei Carabinieri, i militari non li avevano mai lasciati soli; peccato però che da un successivo controllo dei Carabinieri, che avevano percepito che c’era qualcosa che non andava, sul fondo del water è stato visto un oggetto che luccicava, subito recuperato, e si trattava di una chiave.
Questa chiave, sovrapposta a quella sequestrata dalle mani del figlio della donna che era stato fermato in casa, coincideva perfettamente. I carabinieri quindi hanno effettuato un riscontro proprio presso l’abitazione della vittima, confermando che quella chiave buttata nel water era un esatto duplicato di quella originale, uguale a quella tolta al minore, e che apriva perfettamente il portone.
Tanto è quindi bastato per rendere evidente il fatto che la donna, M.N.U, 43enne straniera ma domiciliata a Melendugno, ed il suo compagno convivente, P.F., 59enne originario della provincia di Lecce ma domiciliato anch’egli a Melendugno, anche se non colti in flagranza nella circostanza in cui è stato fermato solo il figlio della donna, erano indebitamente in possesso di una copia della chiave dell’abitazione della vittima di cui hanno cercato di disfarsi furtivamente, e che quindi erano nella condizione di essere sospettati di aver preso parte ai precedenti furti presso l’abitazione della vittima.
A quel punto i 12.150 euro in contanti ritrovati nella loro casa e non giustificati, hanno assunto la nuova veste di probabile profitto dei vari furti, e su disposizione questa volta del P.M. di turno presso la Procura di Lecce, sono stati interamente sequestrati dai Carabinieri.
M.N.U. ed il suo compagno P.F. sono stati quindi deferiti in stato di libertà alla Procura di Lecce per i reati di furto aggravato continuato in concorso.
Il denaro sequestrato verrà versato dai Carabinieri su un apposito libretto infruttifero a disposizione dell’A.G. in attesa di verificarne la provenienza lecita o meno, mentre le due copie delle chiavi di casa della vittima verranno portate dai Carabinieri presso l’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Lecce per la custodia in attesa dello svolgimento del processo.