Botti di capodanno vietati anche quest’anno. L’associazione pirotecnica diffida i comuni

E’ vero senza i botti, “li troni” tanto per intenderci non sembra né Natale né Capodanno. Dall’11 novembre ad oggi ho sentito solo un paio di “miccette” sparate da ragazzini, poi dopo, solo un lungo silenzio. Colpa sicuramente dell’ordinanza della polizia municipale di Melendugno che vieta sull’intero territorio di pertinenza di accendere, lanciare e sparare materiali pirotecnici e similari e fissando un’ammenda da 25 a 500 euro ai sensi dell’art. 7bis del D. Lgs.vo 267/2000. Anche alcuni comuni limitrofi hanno adottato la medesima ordinanza scatenando le ire dell’Associazione pirotecnica italiana (Asspi) che ha inviato una lettera-diffida a tutti i comuni italiani contro l’adozione di ordinanze che vietino la vendita e l’utilizzo nel territorio comunale di prodotti pirotecnici. Lettere di Asspi sono state recapitate, quindi, in alcuni comuni salentini, tra cui Melendugno, a Bari e Taranto.

«La messa al bando dei fuochi – ha scritto l’associazione – è totalmente illegittima, visto che il materiale pirotecnico è sottoposto ai regolamenti europei. Nel 2010 una direttiva europea, peraltro recepita dal nostro Paese, stabiliva che per alcuni prodotti pirotecnici il marchio CE veniva rilasciato solo dopo aver superato una serie di controlli, tra cui quello relativo alla rumorosità».

Asspi probabilmente non tiene conto, in alcun modo, che a sentire i fuochi pirotecnici non siamo solo noi umani, ma anche i nostri amici animali che hanno una diversa percezione dei rumori. Nell’uomo il senso dell’udito non supera i 20mila Hertz (Hz), il cane e il gatto, che hanno un senso dell’udito molto superiore al nostro, percepiscono il rumore con maggiore intensità rispetto a noi. Dopo il forte rumore noi percepiamo, per poco tempo, l’odore acre della polvere da sparo, i nostri amici animali, i cani soprattutto, riescono a sentire odori ad una distanza per noi inimmaginabile. I botti, i fuochi d’artificio, generano nel nostro piccolo, o grande amico, di compagnia uno stato d’ansia e terrore che noi non riusciamo a comprendere e che potrebbe accompagnarlo per un tratto della vita.

 

Francesco Cappello

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