Esclusiva: TAP indebitata fino al collo. Per la Procura, per ora, “rilievi di irregolarità amministrativa del progetto”

18 novembre 2015 – Nel giugno scorso alcuni cittadini di Melendugno hanno presentato presso la Procura della Repubblica di Lecce un’esposto contro TAP (Trans Adriatic Pipeline), alcuni giorni dopo il cambio al vertice di TAP Italia tra Giampaolo Russo e Clara Risso. Le indagini sono state affidate al sostituto procuratore della Repubblica Antonio Negro che, in seguito, ha disposto l’archiviazione del procedimento motivando i termini secondo le seguenti ragioni:

«i reati edilizi per cui si procede non sono stati, allo stato, commessi […] anche se permangono i rilievi di irregolarità amministrativa del progetto»,

disponendo in tale senso la trasmissione del fascicolo al comune di Melendugno per quanto di competenza.  Il sostituto procuratore non ha inteso intravedere nei legittimi lavori di prospezione attività riconducibili all’ effettivo inizio lavori e solo per questo non ha inteso procedere. Si apprende inoltre che dall’analisi del bilancio della Trans Adriatic Pipeline (TAP):

«Il progetto è soggetto a una serie di rischi che possono variare nel corso del tempo. Questi includono rischi connessi ai permessi, a motivi politici o tecnici che possono comportare ritardi nella tabella di marcia del progetto o eccedenze di spese che potrebbero indurre gli azionisti a concludere che il progetto non sia realizzabile. In una simile situazione gli azionisti potrebbero decidere di liquidare la società. Di conseguenza sarebbe necessario cancellare i costi capitalizzati e la società potrebbe trovarsi sovra-indebitata».

In sostanza il progetto del gasdotto TAP che dovrebbe collegare l’Azerbaijan all’Italia è nelle mani di una società sull’orlo del fallimento che nel solo 2014 ha realizzato una perdita di quasi 32 milioni di euro e un accumulo di perdite pari a 97.994.529 di euro.

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