“Non ci sono più partiti, ci sono solo tedeschi” affermò trionfo il Kaiser Guglielmo II

13 luglio 2015 – Cento e uno anni fa in Europa si scatenò la prima guerra mondiale, l’Italia entrò nel conflitto l’anno dopo, nel 1915. Le cause di questo primo massacro globale, che gettò poi le basi per il secondo, furono molteplici ma, convenzionalmente, si fa partire il conflitto dall’attentato a Sarajevo che costò la vita il 28 giugno 1914 all’Arciduca d’Austria, Francesco Ferdinando D’Asburgo (erede al trono d’Austria) e alla sua consorte.

tedeschiIl duplice assassinio avvenne ad opera di uno studente bosniaco, proveniente, insieme ad un gruppo di giovani terroristi, dalla vicina Serbia. La notizia scosse profondamente l’Europa, ma già si cominciava a sperare che la diplomazia sarebbe riuscita a salvare anche questa volta la pace, come aveva fatto finora. Il 23 luglio 1914, invece l’Austria, spalleggiata dalla Germania, inviò al governo serbo un ultimatum, che equivaleva ad una dichiarazione di guerra, nella convinzione, rilevatasi poi errata, di poter liquidare la Serbia e ristabilire il prestigio asburgico nei Balcani senza scatenare un conflitto di vaste proporzioni. La Germania, sostenendo le ragioni dell’Austria, si assunse una gravosa responsabilità nello scatenamento del conflitto, ma non fu l’unica responsabile. L’attacco alla Serbia da parte dell’Austria fece scattare il sistema delle alleanze, l’incendio si estese rapidamente e investì sempre nuovi paesi, salutato ovunque dal consenso di vasti settori dell’opinione pubblica.

Dietro i governi, e i loro stati maggiori, si schierarono i ceti industriali, il che può considerarsi scontato. Quando i grandi cartelli internazionali, affermò Lenin in seguito nel 1916, non riescono ad accordarsi per la spartizione delle zone d’influenza e per il pacifico sfruttamento dei mercati, essi trascinano in guerra i rispettivi governi a tutela dei loro interessi economici. I grandi gruppi industriali tedeschi della Ruhr direttamente interessati alle costruzioni navali e all’industria degli armamenti, furono interamente solidali con il Kaiser, per non parlare dell’industria degli altri potenti gruppi economici, che dall’espansione navale tedesca (a danno dell’Inghilterra) e dall’ingrandimento dell’impero coloniale del Reich si ripromettevano alti profitti. La cosa più sorprendente fu che anche le forze del proletariato si schierarono con il Kaiser e con il suo governo. I primi a votare a favore dei crediti di guerra, in nome della solidarietà nazionale, furono in Parlamento, i socialdemocratici tedeschi, che rappresentavano il partito socialista più forte del mondo, tanto che il Kaiser Guglielmo II potè dichiarare: “non ci sono più partiti, ci sono solo tedeschi”.

Francesco Cappello

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