Ci sono persone che lasciano il segno. Un ricordo per questi “immortali”

23 febbraio 2015 – Ci sono persone che lasciano il segno. Ci sono persone che nonostante la loro scomparsa vivono in noi e noi non possiamo fare altro che renderle immortali. Ieri 22 febbraio 2015 ricorreva l’anniversario della morte di Leonardo Valente, Narduccio. Lui è uno di questi. Ha lasciato il segno.armando rizzoNon passa giorno che io non ricordi questi “cari”. Non sono miei familiari, o almeno alcuni di loro non lo sono, ma sono persone che hanno lasciato il segno dentro di me, un segno indelebile che mi hanno permesso di crescere e divenire l’uomo che sono oggi. Spesso queste persone sono scomparse prematuramente, sono meteore che entrano nella nostra vita, la stravolgono, ci fanno crescere e poi spariscono per motivi di forza maggiore. Come Luigi (Gino) Ferriero, per esempio, una persona squisita, goduta così poco che avrei voluto passarci più tempo insieme, vigile anch’egli di Melendugno come Narduccio. O come Armando Rizzo, ve lo ricordate? Era convinto che avrei dovuto fare dello sport, io che sono allergico a tale pratica e per un autunno ha tentato in tutti i modi di farmi muovere. Anselmo Carcagni, che aveva una risata tutta sua quando dicevo una fesseria. Antonio Turi, papà di Oronzo, che mi veniva a fare compagnia quando lavoravo come ragioniere al frantoio di Don Vincenzo Giannuzzi e mi ha fatto conoscere Borgagne e i suoi abitanti. Giuseppe (Pippi) Carrozzo, scomparso qualche mese fa e nachiro del suddetto frantoio. Mio zio Totò che mi ha trasmesso la voglia di conoscere e approfondire sempre e di non fermarmi alle apparenze. Mi spiegò, io bambino, i pianeti e il loro moto, una lezione che tuttora mi accompagna. E poi ci sono persone che si ricordano con affetto come Luigina Veri, Antonio Petrachi e Mattia De Luca, che sono entrate per una frazione di secondo nella nostra vita e hanno lasciato una traccia indelebile.

Francesco Cappello

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