Gli utenti chiedono il rimborso a Wind per il blackout del 13 giugno. L’azienda risponde picche

17 giugno 2014 – “Wind sottolinea che il disservizio, verificatosi il 13 giugno, sulla rete fissa e mobile, è stato un evento anomalo di carattere eccezionale, durato poche ore e che non ha mai interessato l’intero territorio nazionale”. windIn sole tre righe Wind scarica la responsabilità del blackout di venerdì 13 giugno scorso su un’anomalia a carattere eccezionale. Un’anomalia che, sempre a detta di Wind, potrebbe non accadere nuovamente e che è stata risolta in poche ore, poco più di sei. E ancora si legge nel comunicato «per incidenti di simile natura, verificatisi su reti di telecomunicazioni che hanno dimensioni analoghe nel mondo, i tempi di risoluzione sono stati molto più lunghi con impatti decisamente più pesanti», quindi mal comune mezzo gaudio. Gioite popolo di italiani rimasti senza cellulare per sei ore, se viveste in un altro luogo la risoluzione del guasto sarebbe durata più di sole “misere” sei ore.

Noi crediamo, invece, che se vivessimo in un’altra Nazione Wind chiederebbe scusa ai 22 milioni di utenti che hanno avuto sei ore di disservizi e rimborserebbero il danno e soprattutto l’azienda si impegnerebbe, seriamente, a migliorare l’infrastruttura, e non a scaricare sempre ogni problema sul cattivo funzionamento dei cellulari o smartphone. E ancora nel comunicato stampa diffuso dall’azienda di Telecomunicazioni si legge, «la rete mobile, capillare e tecnologicamente all’avanguardia, comprende circa 13.600 stazioni radio, di cui 12.000 relative alla copertura 3G».

Quindi a coloro che già chiedevano il rimborso Wind tramite la Federconsumatori di Melendugno fa sapere che «non è stato deciso il riconoscimento di alcuna forma di indennizzo per i consumatori privati, anche perché il guasto è stato ampiamente risolto entro i termini indicati da Carta Servizi/Delibere». Quindi? Chi può lasciare il gestore Wind lo faccia alla svelta.

Francesco Cappello

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