Il 24 luglio 1943 alle ore 18.15, si è riunito il gran Consiglio del Fascismo. Il Duce, Benito Mussolini, è stato sfiduciato con 19 voti contrari, 7 a favore e uno astenuto alle ore 2:30 del 25 luglio 1943. L’ordine del giorno Grandi è stato approvato. Il Gran Consiglio del Fascismo non si riuniva dal 7 dicembre 1939 quando fu decisa la non belligeranza dell’Italia. L’ordine del giorno Grandi presentato nella notte recita:
“Esaminata la situazione interna ed internazionale e la condotta politica e militare della guerra, proclama: il dovere per tutti gli italiani di difendere ad ogni costo l’unità, l’indipendenza, la libertà della patria, i frutti dei sacrifici e degli sforzi di quattro generazioni dal Risorgimento ad oggi, la vita e l’avvenire del popolo italiano; afferma: la necessità dell’unione morale e materiale di tutti gli Italiani in quest’ora grave e decisiva per i destini della patria; dichiara: che a tale scopo è necessario l’immediato ripristino di tutte le funzioni statali, attribuendo alla Corona, al Gran Consiglio, al governo, al Parlamento, alle corporazioni, i compiti e le responsabilità stabilite dalle nostre leggi statutarie e costituzionali; invita: il capo del governo a pregare la Maestà del Re, verso la quale si rivolge fedelmente e fiducioso il cuore di tutta la nazione, affinchè egli voglia, per l’onore e la salvezza della patria, assumere con l’effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell’aria, secondo l’articolo 5 dello Statuto del Regno, quelle supreme iniziative di decisione che le nostre istituzioni a lui attribuiscono e che sono sempre state, in tutta la nostra storia nazionale, il retaggio glorioso della nostra augusta dinastia di Savoia”.
Il Gran Consiglio del fascismo si è riunito dopo solo due settimane dallo sbarco delle forze anglo-americane in Sicilia. Alle ore 17 di oggi il Duce sarà a colloquio dal Re, Vittorio Emanuele III, per il consueto colloquio settimanale.
Sono passati 80 anni da quella drammatica sera. Ottant’anni sembrano così lontani eppure dovrebbero essere sempre tenuti in mente da tutti. Quella sera, a causa della male parata della guerra, i gerarchi fascisti si rimisero nelle mani del Re. Poco più di due mesi dopo quello stesso sovrano abbandonò tutto e tutti e si rimise nelle mani degli Alleati.
Francesco Cappello