Maggioranza e opposizione se le danno a colpi di manifesti. Sotto il sole

23 luglio 2013 – In una competizione, si sa, c’è chi vince e chi perde. Chi arriva primo prende la medaglia, e gli onori, chi perde non prende niente. Ovviamente stiamo parlando di competizioni elettorali. Chi perde si assume il difficile incarico di fare opposizione e cerca di farlo in qualsiasi modo. E per avere visibilità l’uso dei manifesti è quello migliore. Così è sempre stato e così è anche in questa era digitale, strapiena di social network. avanti tuttaAl limite le reti sociali fanno solo da comprimari, è un modo veloce per pubblicare fotografie su supposti scempi o inadempienze da parte della maggioranza, ma il modo migliore rimane il manifesto dove vengono articolate le accuse alla maggioranza vincente e che ha preso tutto. È quanto ha fatto il movimento Nuova Identità locale. Anche il Gruppo Consiliare Passione e Impegno per Melendugno e Borgagne, la maggioranza, ha fatto il suo dovere. Sì perché se l’opposizione affigge un manifesto, la maggioranza è obbligata, per una legge non scritta, a rispondere alle accuse con altre accuse o dimostrando che l’opposizione si sbaglia. E qua tutto fila. L’unica eccezione è il manifesto a firma del Partito Socialista di Melendugno e Borgagne che facente parte dei vincitori utilizza il manifesto per stroncare qualsiasi voce fuori dal coro. Chi attacca l’amministrazione “facendo riferimento ad una tradizione civica e democratica della nostra Comunità” contrasta, non poco, proprio con quei principi che difende, con quei principi democratici che da quasi 70 anni accompagnano il cammino della nostra democrazia, che perfetta non è, ma che garantisce la libera espressione.

 

Francesco Cappello

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