Nona Arte : Analisi di un fenomeno – Puntata 2(Parte 3) : Fumetti orientali

Buonasera a tutti! Per quanto riguarda l’analisi del fenomeno nona arte oggi arriviamo a parlare dei  fumetti orientali che come quasi tutti sanno sono i cosiddetti “manga”. Quello che non tutti sanno è che anche qui c’è una differenziazione per nazionalità e, specificatamente, la distinzione è :

  • manga : fumetti giapponesi fuori dal Giappone ma in Giappone stesso, con il termine “manga” viene considerato qualsiasi termine che riguardi il fumetto quindi compresi i comics americani ed europei, in altre parole “manga” è proprio la parola giapponese per dire “fumetto”; la lettura dei manga giapponesi è al contrario rispetto a quella occidentale cioè da destra verso sinistra perciò un volumetto deve essere letto iniziando dalla fine e anche i dialoghi(cioè ciò che è scritto nelle nuvolette) è letto da destra verso sinistra; per quanto riguarda invece I cartoni animati in Giappone vengono chiamati “anime”;

  • manhwa : fumetti coreani che si differenziano da quelli giapponesi per il senso di lettura perchè il senso è quello occidentale cioè da sinistra verso destra; come quantità di opere sono sicuramente molte di meno rispetto a quelle giapponesi, in Italia sono stati introdotti negli anni 90 con scarsi risultati ma sono stati ripubblicati negli ultimi 4-5 anni con risultati nettamente migliori;

  • manhua : fumetti cinesi ma nella maggior parte dei casi provenienti da Hong Kong e da Taiwan, in Italia ne sono arrivati pochissimi;

Oltre a questa tipologia di fumetti orientali ultimamente stanno avendo un discreto successo anche le cosiddette “light novel” le quali sono dei romanzi con ogni tanto delle illustrazioni stile manga. Spesso succede che dalla storia in una light novel poi venga creato un manga o anche il contrario cioè da un manga venga poi creata una light novel(con però una storia parallela all’originale).

Per quanto riguarda le case editrici sicuramente la più importante è la “Shueisha” la quale ha pubblicato negli ultimi 20-30 anni i manga che sono poi diventati quelli più famosi a livello mondiale e cioè Dragonball, Naruto e One Piece(che in Italia non ha avuto come cartone animato tanto successo quanto i primi due ma alcuni di voi lo conosceranno perchè su Italia1 il cartone si chiamava “All’arrembaggio!”). Giusto per farvi capire cosa intendo per “successo mondiale” vi comunico quali sono approssimativamente i dati di vendita di questi 3 manga :

  • One Piece(di Eichiro Oda) : 69 volumi(ancora in corso) pubblicati in Giappone e 288 milioni di copie vendute;

  • Dragonball(di Akira Toriyama) : 42 volumi(concluso) pubblicati in Giappone e 157 milioni di copie vendute;

  • Naruto(di Masashi Kishimoto) : 64 volumi(ancora in corso) pubblicati in Giappone e 132 milioni di copie vendute;

Giusto per ribadire vi comunico qualche numero : gli ultimi volumi di One Piece sono stati pubblicati con una tiratura iniziale di circa 4 milioni di copie(intendo solo in Giappone) che sono poi state quasi tutte vendute nemmeno nel giro di un mese(un volume di One Piece esce una volta ogni due mesi). Se considerate anche che un volume(“tankobon” in giapponese) pubblicato dalla Shueisha(e quindi semplice, senza sovraccoperta) costa 420 yen(circa 3.20€) vi potete rendere facilmente conto qual’è il mercato giapponese. In Italia invece One Piece è pubblicato dall’editore “Star Comics” al costo di 3.90€ e Naruto invece dalla “Panini Comics”(con la divisione editoriale che però si chiama “Planet Manga”) al prezzo di 4.20€. Senza ovviamente contare ristampe e riedizioni che costano anche di più, sia in Giappone sia in Italia. Potete quindi capire come esista anche qui il “giro” dei collezionisti delle “prime edizioni” di un volumetto o di una serie completa. Alcune volte su e-bay una serie completa di un manga di cui non si trovano più le prime edizioni viene venduta anche 3 volte di più del prezzo di copertina. E come potete ben capire i manga, sia in Giappone che fuori dal Giappone, non vengono acquistati solo dai “bambini” ma, ed è stato appurato con uno studio statistico vero e proprio in Giappone, la media di età delle persone che acquistano il manga è dai 20 anni in sù fino ad arrivare anche ai 40 anni…e perchè?Semplicemente perchè, essendo un manga che è stato pubblicato per la prima volta il 4 Agosto del 1997, ha “fidelizzato” i propri lettori così tanto che, ancora adesso, anche se alcuni di loro hanno dai 30 ai 40 anni, lo comprano e lo leggono ancora. Ma vi spiegherò molto meglio tutto il meccanismo dell’editoria manga giapponese in una delle prossime puntate di questa analisi.

Alcuni degli autori giapponesi più famosi,oltre a quelli già citati, sono :

  • Osamu Tezuka(soprannominato il “Dio dei manga”) : autore e disegnatore dei manga “Astro Boy”,“Kimba”(ve lo ricordate l’anime “Kimba il leone bianco”?),“La Principessa Zaffiro” e tanti tanti altri che in Italia non si sono mai visti;

  • Go Nagai : autore e disegnatore di “Devilman”, “Mazinga Z”, “Jeeg Robot d’Acciaio”, “Ufo Robot”;

  • Fujiko F. Fujio : pseudonimo della coppia di artisti Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko che hanno creato “Carletto Principe dei Mostri” e, sopratutto, “Doraemon”;

  • Takehiko Inoue : autore e disegnatore di “Slam Dunk”, “Vagabond” e “Real”;

  • Hirohiko Araki : autore e disegnatore de “Le Bizzarre Avventure di JoJo”;

  • Hayao Miyazaki : autore, disegnatore, animatore, sceneggiatore e regista di “Conan, il ragazzo del futuro”,”Nausicaa della Valle del Vento”, “Totoro”, ha ricevuto un oscar per il film “La città incantata” e un Leone d’oro alla carriera;

  • Riyoko Ikeda : autrice e disegnatrice di “Le Rose di Versailles”(conosciuto in Italia dall’anime “Lady Oscar”);

  • Monkey Punch : autore di “Lupin III”;

  • Yoichi Takahashi : autore e disegnatore di “Capitan Tsubasa”(ricordate “Holly & Benji”?);

  • Katsuhiro Otomo : autore e disegnatore di “Akira”, del quale negli ultimi giorni si festeggia l’anniversario di 25 anni dalla creazione con la proiezione del film animato in molte sale cinematografiche anche italiane e del quale si è parlato più volte di una trasposizione cinematografica americana;

  • Naoki Urasawa : autore e disegnatore di successi come “Monster”(di cui ultimamente si parla per una serie TV diretta da Guillermo Del Toro sul canale americano HBO), “21 Century Boys”, “Happy!”, “Pluto”(in cui celebra Osamu Tezuka tramite il suo personaggio Astro Boy), “Yawara!”, “Master Keaton” e “Billy Bat”;

    Hiroki Endou : autore e disegnatore di “Eden : It’s an Endless world!” e “All Rounder Meguru”;

    Masami Kurumada : autore di “Saint Seiya”(ricordate “I Cavalieri dello Zodiaco”?), il quale ha avuto diversi “spin-off” come “Saint Seiya – The Lost Canvas“(disegnato da Shiori Teshirogi), “Saint Seiya – Episode G“(disegnato da Megumu Okada) e “Saint Seiya – Next Dimension“(seguito ufficiale di Saint Seiya disegnato da Kurumada stesso);

  • Takeshi Obata e Tsugumi Ohba : duo autore- disegnatore che hanno creato i manga di successo “Death Note” e “Bakuman”;

  • Yoshihiro Tohashi : autore di “Yu degli Spettri” e “Hunter X Hunter

    e sposato con la collega Naoko Takeuchi, anche lei famosa a livello mondiale perchè autrice di “Sailor Moon”;

  • CLAMP : gruppo di autrici manga, character designer e sceneggiatrici composto da Nanase Ohkawa, Mokona, Tsubaki Nekoi e Satsuki Igarashi, hanno avuto successo internazionale con manga come “XXXHolic”, “X“, “Card Captor Sakura” e “Tsubasa Reservoir Chronicle“;

E ce ne sarebbero tanti e tanti altri(e alcuni probabilmente li sto anche dimenticando) che però, nella maggior parte dei casi, in Italia non sono granchè conosciuti.

In conclusione, vi elenco qualche particolare “cross-over” tra fumetti giapponesi e altri tipi di fumetti come quelli americani e disneyani :

  • Uno degli autori se non il più importante autore americano di cui vi ho parlato cioè Stan Lee, dal 2009 collabora con il disegnatore giapponese Hiroyuki Takei (autore del manga di successo “Shaman King” il cui anime è stato trasmesso anche su Italia1) nel manga “Ultimo” pubblicato in Italia da Panini Comics;

  • Un cross-over particolare fra fumetto giapponese e quello disneyano è “Kingdom Hearts” in cui vi sono sia personaggi dalle fattezze “simil-manga” sia personaggi come Pippo, Topolino e Paperino.;

    Un ultimo esempio è dato dal manga “Maximum Ride” con storia e disegni degli americani James Patterson e Narae Lee.

    Beh…credo di aver finito, questa seconda puntata sembra sia stata piuttosto lunga ma penso di aver coperto così i primi due punti dell’analisi del fenomeno nona arte. Nella prossima puntata analizzerò un pò più in dettaglio come il Giappone ha fatto diventare i manga e gli anime patrimonio nazionale e vi spiegherò sommariamente come funziona l’editoria fumettistica giapponese…pensate che sia facile diventare un mangaka? Beh…vi sbagliate di grosso! Alla prossima!

                                                                     ArchangelInHell

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