Usa, la richiesta della password di FB diventa scontro politico

(9 aprile 2012) WASHINGTON – I disoccupati statunitensi quando sono in cerca di lavoro sanno che ci sono delle domande, più o meno imbarazzanti a cui devono rispondere. Perché vuoi il lavoro? Dove ti vedi tra cinque anni? E la domanda più temuta era: Qual è la tua più grande debolezza? 

Fino a qualche tempo fa, questa era la più temuta. Ma ora la più scomoda e ormai neanche tanto più inattesa è: Qual è la tua password di Facebook? Questa scomoda domanda, fatta dai titolari di aziende private ai futuri impiegati, ha provocato una reazione pubblica, una petizione per un’indagine federale e infine una querela. Nella capitale, al centro del potere federale, il problema, della richiesta password, viene usato come un argomento politico, in vista soprattutto nelle prossime elezioni presidenziali.

Nelle ultime settimane, alcuni parlamentari sono stati contattati da legioni di utenti di Facebook che hanno espresso indignazione per i risultati dell’indagine avviata da Associated Press. AP ha dimostrato come i datori di lavoro privati chiedano le password dei social networking, ai futuri impiegati, e che utilizzino questa pratica come una condizione di impiego. I parlamentari interpellati sono tutti democratici, lo stesso partito in cui milita il presidente uscente e candidato alle presidenziali 2012, Barack Obama. L’altra metà del parlamento federale, invece, i repubblicani, non ci vede nulla di male nel chiedere le password dei profili sociali.

Nel 2010 la Corte Suprema aveva negato che vi fosse diritto alla privacy sui computer aziendali, ma pare che questa direttiva sia stata recepita come una sorta di ricatto retroattivo, del tipo: “se vuoi il lavoro dammi la tua password di facebook”.

 Francesco Cappello

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