La curiosità è una brutta bestia e lo sanno bene alcuni scienziati russi che sono riusciti a riportare in vita una pianta preistorica estinta oltre 30mila anni fa. Nulla di pericoloso, per ora. Si tratta solo di un fiore, la ” una pianta che produce dei fiori bianchi. Il “discendente” di questa pianta cresce ancora in Siberia. I semi della Stenophylla preistorica sono stati ritrovati in una tana di scoiattoli preistorici congelata, una sorta di capsula del tempo, e facevano parte della scorta alimentare di questi mammiferi. La tana si trovava a 38 metri di profondità e sono stati rinvenuti anche ossa di grandi mammiferi come mammut, rinoceronti lanosi, bisonti, cavalli e cervi. I semi erano conservati sotto ghiaccio nel permafrost da 30mila anni e da tale data questa pianta era estinta. Ora con una tecnica, altamente, rivoluzionaria i ricercatori russi, dell’Istituto di Biofisica dell’Accademia Russa, guidati da Svetlana Yashina, sono riusciti a riportarla in vita.
Non è la prima volta che si tenta di riportare in vita piante o animali estinti. E se vi è una buona ragione sulla loro estinzione a nessuno toccherebbe riportarli in vita. La tecnica utilizzata per rigenerare queste piante, ora, potrebbe essere utilizzata per “resuscitare” altre piante, animali o pezzetti di storia ormai persa. Alcuni scienziati giapponesi, per esempio stanno studiando la possibilità di riportare in vita i Mammut e sono alla ricerca di uno di questi esemplari perfettamente conservati nel permafrost. L’esperimento ha dimostra che il permafrost serve come un deposito naturale per le forme di vita antiche, hanno detto i ricercatori russi, che hanno pubblicato i loro risultati sul numero statunitense di “Proceedings of National Academy of Sciences” in uscita oggi.
«Riteniamo indispensabile proseguire gli studi nel permafrost alla ricerca del codice genetico antico, quello che era pre-esistente e che ora risulta scomparso, da tempo, dalla superficie terrestre» hanno dichiarato entusiasti, gli scienziati russi in questo articolo. Ma è anche probabile che la finzione scenica del film “Jurassic Park” non sia bastata a far comprendere che, le creature dopo essere state riportate in vita potrebbero ribellarsi ai propri creatori. É vero sarebbe affascinante vedere come si viveva all’epoca, ma per sopperire, eventualmente a questa curiosità, esiste sempre la realtà virtuale, più sicura.
Francesco Cappello
Fonte: QI
non un commento ma una storia…
UN FIORE DAL GELO
No, non sono un bucaneve!
Sì, lo so, sono spuntato dal gelo, ma non sono un bucaneve, ne sono certo.
Come mi chiamo?…ehmm, devo ammetterlo… l’ho scordato, è passato così tanto tempo…e poi laggiù tutto si ferma, non c’è racconto, non c’è storia.
L’ultimo ricordo che ho, il solo, è di qualcosa di buio e caldo, umido e sempre in movimento, è lì che mi sono addormentato.
Quanto tempo ho dormito??? Ecchilosaaa….il ghiaccio ha protetto il mio sogno, vedevo lampi, sentivo scricchiolii, ma non ne sono certo…non mi piace parlare a vanvera…sì, per rispetto a chi mi ha ritrovato.
Sapeste come sorrideva felice, mi teneva… fra le mani?… no no, fra i guanti e mi guardava con gli occhi fuori… no, non dall’orbita… fuori dal passamontagna, fuori dagli occhiali da esploratore, sembrava che avesse trovato un diamante di mille carati, ed invece ero io, io che mi ero allora allora risvegliato e, a dire il vero, sentivo un po’ di freddo a stare lì tutto nudo, mentre mi girava e rigirava fra le mani e poi mi prendeva fra il pollice e l’indice e mi portava agli occhi, forse era miope e comunque io sono piccolo piccolo. Il ghiaccio mi abbagliava, non mi ci ero abituato.
Oh, si, sotto forma di seme sono stato trovato. Mi hanno trattato con i guanti bianchi, come un gran signore, con tutto il rispetto che si deve ai semi di qualche tempo fa. Quanto tempo? Ci risiamo! Non è dato sapere, bisogna che ce ne facciamo una ragione, il tempo non si fa conquistare, a volte scorre veloce come sabbia di clessidra, a volte diventa muro di ghiaccio e si ferma per quanto non si sa. Se non fosse per quel giovane un poco miope, io starei ancora lì a sognare orizzonti di ghiaccio infinito.
Ora sono stato riabilitato, inserito un una classe, invitato a rivivere, a germogliare, a moltiplicarmi, con tutte le accortezze dovute a me che sono, come dire, un reduce dai ghiacci. Non mi si fa mancare niente, sali minerali, luce quanto basta, tepore, mollezze e comodità. Mi è toccato resuscitare.. rifiorire, con tante attenzioni e tante cure non potevo deludere le aspettative, e poi ero incuriosito di me, volevo vedere com’ero, da dove venivo, provare a ricostruirmi un…family tree …
Da me è sbocciato un fiorellino niente male, del color della neve, non so se ha odore…non sento più gli odori dopo così lunga permanenza nel gelo… ma temo di no, non per ora. Se sapranno farmi colonizzare i prati, sotto il sole, m’impegnerò a profumare l’aria, promessa di uno che viene da lontano.