Scopri la storia di Devis e della sua pasticceria Capriccio a San Foca, dove un tentato furto non ha spento la passione e, con tenacia, il ladro è stato finalmente arrestato.
Svegliarsi all’alba ogni singolo giorno non è semplicemente un’abitudine: è una necessità, quasi una vocazione. Ogni mattina Devis apre gli occhi, quando il cielo è ancora blu scuro, si veste in fretta e scende in laboratorio. Attorno a lui impasti, farina, formine di biscotti e teglie già pronte per il forno; e quell’odore di zucchero caramellato, di burro dei cornetti, inconfondibile, che ci accompagna e addolcisce le nostre giornate. È un lavoro duro, ma la soddisfazione di sfornare cornetti, brioches e piccoli capolavori di pasticceria o rosticceria per i suoi clienti è una ricompensa immensa.
Eppure, c’è stato un giorno che ha offuscato per un attimo la sua serenità, la nostra serenità. Era un giorno di ottobre quando il telefono ha annunciato una notizia orribile: qualcuno aveva tentato di entrare nella pasticceria a San Foca.
Nel breve tragitto fino al negozio, ci si stringeva il cuore. Temevamo il peggio: i macchinari danneggiati, le vetrine devastate, la cassa divelta. Ma la realtà, per quanto meno grave di ciò che immaginavamo, non fu meno amara. La porta d’ingresso era stata colpita con violenza, come se qualcuno avesse cercato di sfondarla con calci ripetuti e un pesante martello o qualcosa di simile. Ma la porta aveva resistito. C’era un buco profondo nel vetro antisfondamento, ma fortunatamente il ladro non era riuscito a entrare. Era tutto al suo posto.
Ci siamo trovati davanti a quella porta ferita con un nodo in gola. Difficile da spiegare la sensazione di frustrazione e rabbia nel vedere quel luogo a cui dedichiamo ogni energia, violato in quel modo. Abbiamo provato una fitta al petto, come se fossimo stati noi ad aver subito una ferita.
Nei giorni successivi Devis si è occupato delle formalità: denuncia, sistemazione della porta, verifica di eventuali danni interni. Quando la frenesia di quei momenti si è placata, è rimasto l’amaro in bocca e un senso di insicurezza, come se ogni crepa nella vetrata fosse un invito a ricordare l’accaduto.
La vita, però, scorre avanti, e con lei le routine che ci fanno stare in piedi. Devis ha continuato a infornare cornetti, mescolare creme, decorare torte, sfornare rustici, ripetendoci che non dovevamo permettere alla paura di prevalere. I clienti, al mattino, ritrovavano la pasticceria luminosa e accogliente come sempre. Alcuni sapevano dell’accaduto e ci rivolgevano un sorriso di solidarietà; altri, ignari, guardavano le vetrine solo in cerca di una dolce coccola, senza immaginare il retroscena di angoscia vissuto da poco.
È passato qualche mese, e con esso le indagini dei carabinieri hanno fatto il loro corso. Il nostro aspierante ladro ha cessato, temporaneamente, la sua attivatà ed è stato accompagnato presso le patrie galere. Pensare che quella persona fosse finalmente dietro le sbarre ci ha restituito un senso di giustizia, ci ha fatto sentire di nuovo al sicuro.
Ora, quando vado a trovarlo in laboratorio, lo vedo sempre indaffarato: con una mano mescola la crema, con l’altra controlla la temperatura del forno. Anche se spesso a San Foca lo sorprendo a guardare la porta, come a controllare che ogni cardine sia ben chiuso, noto nei suoi occhi la stessa luce di un tempo. E in fondo, ogni sfida superata gli ha insegnato che la passione può essere più forte di qualsiasi ostacolo.
Come giornalista, non potevo non raccontare questa storia di resilienza e di amore per il proprio mestiere. E non posso che sentirmi orgoglioso di questo giovane pasticcere. Il suo è un esempio di come, con dedizione e coraggio, si possa rinascere anche dopo una brutta sorpresa, tornando a infornare dolci che profumano di speranza e di futuro.
Francesco Cappello