Giorno della Memoria, per non dimenticare gli orrori nazisti

27 gennaio – Oggi è il Giorno della Memoria e viene celebrato per ricordare agli uomini dove può arrivare il desiderio di farci del male a vicenda. Il commediografo latino Plauto aveva ragione quando scriveva homo homini lupus (“l’uomo è un lupo per l’uomo”). Scrivere del 27 gennaio 1945 è difficile, sono passati 77 anni da quando gli alleati liberarono Auschwitz dai tedeschi e si ritrovarono davanti ad uno scenario che non avrebbero mai immaginato. Anche gli alleati avevano allestito dei campi di internamento dove raccoglievano i soldati nemici ma i tedeschi avevano superato ogni immaginazione: camere a gas e forni crematori erano solo la fine della filiera dove venivano fatti sparire i corpi di esseri che, per i nazisti e i loro alleati, avevano poco di umano. A monte esisteva un’efficiente organizzazione che raccoglieva da tutta Europa questi esseri definiti umani prima dell’avvento del Reich tedesco. Sei milioni di persone, ebree, scoprirono che quell’organizzazione c’erano i campi di concentramento, i tristemente famosi lager, le docce, che nascondevano le camere a gas e infine i forni per farli sparire dalla faccia della terra. Un progetto, una soluzione finale, che avrebbe dovuto portare all’estinzione della razza ebraica. Ma non solo ebrei, nei lager e nelle maglie stringenti dell’organizzazione tedesca c’erano anche indesiderati, musicisti, letterati, zingari, omosessuali, deviati, portatori di handicap e tutta quell’umanità che non faceva parte del disegno di Adolf Hitler e dei suoi gerarchi. E il popolo tedesco sapeva? Forse no, forse sì, c’è chi sapeva e ha taciuto e c’è chi è caduto dalle nuvole. Non lo sapremo mai, l’importante per noi che siamo qui adesso è non dimenticare e ricordare che “l’uomo è un lupo per l’uomo”.

Francesco Cappello

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