TAP incontra cittadinanza e associazioni ambientaliste che gridano “NO TAP”

(17 febbraio 2012) MELENDUGNO – In una sala piena all’inverosimile si è svolto ieri sera l’incontro tra gli ingegneri e tecnici TAP e le amministrazioni comunali, le associazioni ambientaliste e la popolazione di Melendugno e dintorni. TAP è l’acronimo di Trans Adriatic Pipeline ed è una società che ha come obiettivo di portare il gas naturale dall’Azerbaijan in Italia attraversando la Grecia, l’Albania e il mare Adriatico. In realtà al largo di San Foca è già ancorata una piattaforma per i sondaggi geoispettivi ed esiste un divieto di balneazione e di pesca nei suoi pressi fino al 30 di aprile prossimo. Di TAP si è iniziato a parlarne in pubblico quasi recentemente, quasi in coincidenza dell’arrivo della piattaforma al largo della marina di Melendugno. Il piano di collegamento tra Azerbaijan e l’Italia rimbalza già da un anno e mezzo. In principio il gasdotto doveva arrivare a Brindisi, poi per motivi ignoti ma a nove zeri il gasdotto è stato spostato a San Foca. Ufficialmente la città di Brindisi non poteva accogliere un altro gasdotto perchè a sud vi era la Centrale Enel, Federico II, di Cerano e a nord la EdiPower. Quindi il brindisino non era più idoneo all’insediamento umano e turistico, in sostanza l’area era già abbastanza rovinata mentre l’area di San Foca ancora no.

La marina di Melendugno è costellata di spiagge e scogliere che fronteggiano le distese di Poseidonia. Il porto turistico accoglie centinaia di imbarcazioni durante l’anno. San Foca significa ulivi secolari e pinete a ridosso del mare, aree archeologiche e migliaia di abitazioni che ogni estate affollano il piccolo centro che diventa un’area turistica importante. Come ha affermato Alfredo Fasiello del Comitato “No Tap” «costruire un gasdotto in questa zona significherebbe sia deturparne il valore paesaggistico che danneggiarne il sistema economico locale basato principalmente sul turismo ambientale e balneare».

L’incontro di ieri sera serviva a chiarire i troppi punti oscuri del progetto TAP, ma iniziato in ritardo e con molto malumore, l’incontro è stato interrotto un paio di volte a causa delle urla e delle grida dei presenti, anche se la forza pubblica, carabinieri e vigili urbani, non è mai stata costretta ad intervenire. I tecnici TAP hanno sì presentato il progetto ai presenti, ma non hanno convinto. La posizione del comune di Melendugno, e degli altri comuni interessati dall’attraversamento del gasdotto rimangono ufficialmente chiare: nessuno afferma di voler vedere il proprio territorio attraversato da questo serpente, nessuno vuole il gas a casa propria, che si trovi un’altra soluzione e un altro approdo, considerando anche il fatto che il 19 gennaio scorso in Lunigiana, una condotta di un gasdotto appartenente a TAP è esplosa causando un cratere largo 25 metri e profondo 10, con fiamme alte decine di metri. L’intera frazione di Barbareco, nel comune di Tresana, provincia di Massa Carrara, è stata devastata e il bilancio finale è stato di quattro ustionati gravi, altri sei ricoverati in ospedale e animali uccisi nelle stalle saltate in aria.

L’incontro di ieri sera, male organizzato dall’amministrazione comunale, che ha preferito ospitare tutti in una piccola sala della Scuola Media di Melendugno, è servito solo a dare un’immagine pessima della cittadina salentina che invece di ospitare tutti nel salotto buono, cioè presso il Nuovo Cinema Paradiso, ha preferito la sala convegni della scuola media. Le associazioni ambientaliste, e la popolazione, rischiano di vedersi costruito e deturpato un angolo d’Italia rimasto, fino ad oggi, ancora, incontaminato.

 

Francesco Cappello

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