Per quanto Sant’Andrea sarà una bomboniera abbandonata a sé stessa?

A quanto io abbia memoria, e lo conferma anche mio padre, quella struttura bianca che occupa l’isoletta di Sant’Andrea, dove ognuno di noi, almeno una volta nella vita ha circumnavigato, é il primo manufatto messo su, nel comune di Otranto, da 60 anni a questa parte.

Sant’Andrea é la perla nera della città di Otranto i cui confini commerciali arrivano sì e no agli Alimini, il lido ovviamente, dimenticando di avere, nel proprio patrimonio immobiliare, oltre che Sant’Andrea anche Frassanito e Specchiulla. E questo abbandono lo si può toccare con mano nella piccola marina dove mancano le più elementari norme di urbanizzazione. Addirittura ci sono stati anni in cui i solerti operai di Melendugno potavano l’erba fino al limite territoriale e poi dal cartello in su, la giungla.

Ora non voglio entrare nel merito della “balena bianca” costruita da un imprenditore locale che probabilmente avrà tutti i permessi in regola e non voglio nemmeno entrare a gamba tesa nella diatriba tra chi ha visto cosa per primo. Ma ci sono alcuni appunti che vorrei sottolineare.

Otranto come detto si ferma poco più avanti del ponte che collega il Lago Alimini Grande al mare e ciò che non gli interessa lo lascia nel degrado e nel totale abbandono.

Il villaggio Conca Specchiulla è un caso atipico in quanto, sí, ricadente nel territorio idruntino, ma è stata realizzata con capitale privato oltre 50anni fa. Per non parlare di Frassanito dove imperversano una serie di abitazioni della riforma agraria trasformate in strutture ricettive senza alcuna programmazione.

E Sant’Andrea? La piccola marina di Melendugno contesa da due strutture amministrative ha subìto il suo essere terra di confine, per entrambi. Da una parte chi attualmente fa la voce grossa ha dimenticato la sua marina nell’oblio per anni accorgendosi di lei solo quando è stata protagonista di set cinematografici, di crolli di falesie (2013) o di posidonia invasiva (2014). Anche se a onor del vero il 2021 sembra diventato l’anno della piccola marina che sarà dotata, addirittura di un parco giochi dopo aver ricevuto la sua bella tabella nel 2012.

Ma tutti dimentichiamo che Sant’Andrea non è solo quello scorcio magnifico fronte mare. Sant’Andrea è anche un piccolo borgo dove insistono abitazioni il cui sistema viario è da terzo mondo. La scalinata è pericolante e alcuni gradini sono sostituiti da mattoni. Non sappiamo se sia pubblica o privata ma, al di là di questo, dovrebbe essere messa in sicurezza. Nel lato di Melendugno vi è un sistema di fogna bianca, l’acquedotto e la luce pubblica anche se ci è stato riferito che il ritiro della spazzatura non avviene con regolarità e bisogna chiamare l’azienda quando è necessario.

Senza contare alcune stranezze rilevate tra cui un supposto allargamento della proprietà privata su strada pubblica, almeno così afferma la vox populi della piccola marina.

Dal lato otrantino la situazione è identica. La strada che costeggia la pineta, sicuramente abusiva, è da percorso da rally con spuntoni di roccia pronti a far fuori l’auto senza contare che ai lati del sistema viario vi sono “lasciti” di spazzatura ed eternit vecchi di qualche anno. Mentre il blocco eternit, quello nuovo, avvenuto più o meno una quarantina di giorni fa, è lì pronto per essere rimosso (?).

Ci auguriamo che la costruzione della “balena bianca” faccia svegliare i due contendenti per impostare un vero piano di salvaguardia e valorizzazione della bomboniera, come qualcuno ama definirla, altrimenti tutto questo sarà stato inutile.

Francesco Cappello

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