Teresa Bellanova nel 2011 diceva “il mare non si tocca”. Nel 2016 consiglia di non andare a votare

30 marzo 2016 – Premetto che sono un ingenuo e sono ammaliato da come i nostri politici riescano a prenderci in giro, costantemente, per mantenere solo il proprio posto di lavoro perché contano sul fatto che quando l’elettore si troverà nella cabina elettorale avrà dimenticato tutto e crocerà di nuovo il simbolo del partito al governo o di quello della finta opposizione. Fortunatamente c’è internet e stamane una foto mi ha fatto ricordare che sono un ingenuo. Motivo di questo editoriale, oggi, è il viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. La deputata in forza al Partito Democratico (PD) ha delega all’energia e da noi, in queste lande remote, l’argomento energetico è un tema molto sentito dato che siamo stretti tra Cerano, il gasdotto TAP e il referendum sulle trivelle. La nomina dell’onorevole Bellanova avviene a fine gennaio 2016 e ad inizio del mese di marzo il locale circolo del PD invia un’accorata lettera, aperta, al viceministro Bellanova che viene invitata ad un ipotetico e futuro incontro da tenersi a Melendugno per la questione del gasdotto TAP che sbarcherà a San Foca da qui a qualche mese. La lettera aperta, pubblicata in formato cartaceo in tutto il circondario e su Facebook è stata ripresa e apprezzata dalla stampa locale. Nella missiva si legge che l’on. Bellanova in occasione della campagna elettorale per le ultime elezioni politiche (2013) rilasciava tale dichiarazione in merito al gasdotto TAP:

«a rendere sconsigliabile questa localizzazione (San Foca) sarebbero la conformazione idrogeologica, il patrimonio artistico e naturale, la vocazione turistica del territorio, visto che esistono aree più idonee. Già troppo spesso, in passato, è stato sottovalutato l’impatto – continuava l’on. Bellanova – che ha la mano dell’uomo sui delicati equilibri che la natura ha impiegato milioni di anni per costruire. Di quelle sottovalutazioni sono già stati pagati cari prezzi e ancora di più rischiamo di doverne pagare noi e le generazioni future».

Belle parole, come solo un deputato desideroso di farsi eleggere potrebbe dichiarare, peccato che alla lettera il medesimo onorevole, Bellanova, non abbia dato seguito e addirittura sulla vicenda del referendum sulle trivelle abbia consigliato di non andare a votare,

«sarebbe stato meglio non farlo il referendum perché la vittoria dei sì farebbero perdere [al nostro Paese] sette miliardi di euro di finanziamento e secondo le stime più contenute pochi mesi dopo la vittoria dei sì ci troveremmo con 5mila posti di lavoro in meno, compreso l’indotto».

Peccato che lo stesso onorevole Bellanova sul medesimo argomento e nel 2011 affermava

«che il nostro mare non si tocca! Il mare rappresenta per il Salento il passato, il presente e soprattutto il futuro […] Un tesoro che nessuna royalty potrà mai adeguatamente ripagare»

peccato, però, che nel 2011 ella non avesse alcun incarico di governo.

Francesco Cappello

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