Lettera dal fronte ci mette 76 anni per arrivare a destinazione

La lentezza del sistema postale italiano è quasi proverbiale. Noi tutti ne siamo stati toccati, almeno una volta nella vita. E non è la prima volta che leggiamo che varie associazione di difesa del consumatore abbiano presentato esposti per tentare di arginare il fenomeno. E se vi dicessimo che c’è di peggio?

Lo ha scoperto la moglie di un soldato americano. In questi giorni si è vista recapitare una lettera dal marito di stanza in Germania durante la seconda guerra mondiale. Sfortuna vuole che la guerra sia finita da un pezzo e anche il marito sia deceduto!

Il sergente John Gonsalves, 22 anni, all’epoca in Germania nel 1945, come tutti i soldati scrive alla madre:

«Cara mamma, va tutto bene, me la cavo. Per quanto riguarda il cibo, però, fa abbastanza schifo, la maggior parte delle volte».

Nulla di strano fino a qua. Potrebbe essere una delle tante lettere che milioni di soldati spedirono alle famiglie per rassicurarli sulle loro condizioni di vita. Il problema risiede nel fatto che la lettera ci abbia impiegato 76 anni per arrivare a destinazione. Nel frattempo mamma e figlio sono morti di vecchiaia e l’unica sopravvissuta è la signora Gonsalves, 89 anni, che ha potuto ricevere, dal sistema postale statunitense la preziosa missiva.

Pare che la lettera sia rimasta prigioniera della burocrazia in una struttura di distribuzione del servizio postale statunitense a Pittsburgh.

La moglie del sergente Gonsalves, sicuramente emozionata, ha stretto al petto la lettera, ha ringraziato gli impiegati postali della consegna e ha poi raccontato ad un’emittente della FOX l’accaduto.

 

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