Lavoro, in Italia si ritocca l’art.18, negli Usa si chiede la password di Facebook

(21 marzo 2012) ROMA – Mentre in Italia si approva, senza tanti complimenti, il modo per eliminare l’articolo 18 e poter licenziare impunemente, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, negli Stati Uniti, i datori di lavoro fanno domande imbarazzanti agli aspiranti candidati.  É pratica comune, ormai, dal 2011, da parte dei datori di lavoro richiedere oltre al solito curriculum e referenze anche username e password dei profili Facebook dei propri futuri impiegati. Spesso gli utenti Facebook statunitensi hanno profili chiusi e regolati da stringenti regole di privacy, ma i datori di lavoro vogliono dare un’occhiata ai profili dei futuri impiegati per evitare di avere brutte sorprese.

«É come richiedere le chiavi di casa di qualcuno – ha affermato Orin Kerr, docente di diritto ed ex procuratore federale alla George Washington University e che definisce questa pratica – un’enorme violazione della privacy».

Ma si sa che quando il lavoro serve, non c’è diritto che tenga e quindi si rivelano username e password. La stessa cosa che avviene in Italia, quando il governo e gli imprenditori promettono di rivoluzionare il mercato del lavoro, abolendo l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, mentre non vedono l’ora di poter licenziare quegli operai che danno più fastidio e schiavizzare i pochi, fortunati, che rimangono al loro posto di lavoro, ma con la spada di Damocle del licenziamento sempre presente.

 

Francesco Cappello

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