La procura chiede supplemento di indagine. Tribunale virtuale si divide

Ha suscitato scalpore e qualche polemica sul tribunale virtuale per eccellenza la notizia della richiesta di proroga delle indagini da parte del pubblico ministero, Massimiliano Carducci. Le motivazioni di questo supplemento d’indagini sono presto dette: i documenti sequestrati presso il comune di Melendugno, dalla polizia provinciale di Lecce, su mandato della Procura della Repubblica partono dal settembre 2019 e arrivano, quasi, fino ai giorni nostri e vedono indagati il Sindaco, Marco Potì, insieme ad altri quattro persone, tra cui un ex amministratore e un proprietario di un lido. Il sindaco, già dalle prime ore si è affrettato a rilasciare dichiarazioni di essere tranquillo sulla bontà dell’operato della sua amministrazione.

Le indagini sono partite nel luglio scorso quando agenti della provinciale sequestrarono materiale nell’ufficio tecnico, in quello della polizia locale e degli affari generali. Le accuse sono associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Addirittura, si ipotizza l’esistenza di una “cricca” che favorirebbe alcuni a discapito di altri e sotto la lente sono finiti i parcheggi stagionali nelle marine, le concessioni di suolo pubblico ad attività commerciali, gli affidi di incarichi professionali per consulenze a professionisti. Ora come allora la popolazione virtuale dei social network si dividono in innocentisti e colpevolisti ma solo gli ulteriori 6 mesi chiariranno le posizioni dei singoli attori.

Francesco Cappello

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