La Odin Finder ripristina l’AIS: un grido di dolore per San Foca

23 febbraio 2014 – Un grido di dolore si alza da San Foca. Il grido di coloro che vedono in TAP (Trans Adriatic Pipeline) un pericolo, che non ha a cuore il bene del territorio, ma solo di una multinazionale che non vede al di là delle proprie carte o delle proprie autorizzazioni. odin finder tapSul sito conoscitap.it apprendiamo il fatto che nei confronti di TAP, di questa multinazionale, dovremmo essere pure grati perché ad ultimazione dei lavori di carotaggio si amplieranno le informazioni riguardo il patrimonio pubblico di conoscenze fisiche, geologiche, biologiche e ambientali sulla Puglia, sui mari che la circondano e sul suo sottosuolo. Noi ne avremmo fatto volentieri a meno, avremmo preferito rimanere nell’ignoranza ed evitare che gli uomini-tap facessero il bello e il cattivo tempo nel nostro territorio. Un grido di dolore si è alzato anche nel profilo sociale del Sindaco di Melendugno, Marco Potì, che ha comunicato, socialmente, che facendo appello al buon senso di una multinazionale del gas, TAP,

«di smetterla con questo assurdo accanimento verso un intero territorio, dai cittadini, alle istituzioni comunali, alla provincia, alla regione, che hanno affermato l’incompatibilità assoluta di quest’opera con San Foca».

Gli uomini-tap pare abbiano recuperato un po’ di buon senso poiché il loro sistema di identificazione della posizione (AIS) da due giorni in avaria, ufficialmente rotto, forse disattivato per evitare che il Comitato NOTAP analizzino i loro spostamenti, si è improvvisamente riacceso, la nave Odin Finder è ferma al largo di Otranto. È una guerra senza quartiere.

Francesco Cappello

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