Giuseppe Serino, patron del Dentoni, muore dopo una lunga malattia

Ho conosciuto Giuseppe tanti anni fa, quando facevo finta di fare sport e poi si andava a fare colazione al Dentoni. Con il tempo ho imparato ad apprezzarlo. Come per ognuno di noi ci sono i vari modi di sentire e di vedere una persona. A me Giuseppe Serino è sempre stato simpatico, disponibile, cordiale e qualche volta deliziosamente arrogante. Ogni estate Giuseppe dietro la sua postazione di comando ha guidato il suo bar, il suo Dentoni, postazione da cui tutto vedeva e di cui tutto si informava. Con maestria e a testa bassa teneva a bada le migliaia di persone che, ogni anno, gli sono sfilate davanti con le loro richieste, prima nella vecchia sede, poi in quella nuova. Poi le brutte notizie non mancano mai. Hai affrontato i tuoi mali a testa bassa, hai lottato con tutte le tue forze, so che lo hai fatto. Hai tenuto testa al male che invadeva il tuo corpo, con alti e bassi. La tua famiglia allargata, ti ha tenuto per mano, ti ha protetto e ti ha abbracciato. Mi mancherai Giuseppe, sia quando ti trovavo seduto in ufficio di fronte al computer o che ti confronti con i tuoi fornitori o che giochi con il cane. Mi mancherai Giuseppe e venire al Dentoni non sarà più lo stesso, perché tu non ci sarai a guardarmi, calmo e sereno, dietro la tua postazione di comando. Ciao Giuseppe, che la terra ti sia lieve.

Francesco Cappello

One Reply to “Giuseppe Serino, patron del Dentoni, muore dopo una lunga malattia”

  1. Giuseppe, il ricordo di tante estati passate insieme ai soliti amici del bar dentoni. A cavallo tra la gestione del “vecchio Signore” Dentoni e le nuove generazioni (Franz, Giuseppe ecc), quando la struttura si limitava a circa 100 mq commerciali con annesso laboratorio sottostante … Un ritmo continuo di lavoro con tanti giovani che accettarono la sfida di produrre qualità nella dolceria artigianale, che tanto prestigio ha dato al luogo e alle tradizioni della gelateria-pasticceria salentina. Un susseguirsi di successi conseguiti con costanza e caparbietà, con continui aggiornamenti e ampliamenti della struttura fino al palazzo del gusto e del belvedere di oggi. Giuseppe, l’artefice principale ha sofferto, ha gioito, ha combattuto per affermare la voglia di riscatto di una generazione che ha avuto sulle spalle una crisi forte e lunga, una crisi di “rimbalzo” dopo la disordinata crescita del dopo guerra. Giuseppe un dejavu di ricordi, di gioventù forte e coraggiosa, che contemplava momenti di sereno svago con altri di grande impegno lavorativo e sociale. Piango Giuseppe, quei ricordi e i tempi che furono …
    Tonino Marchetti

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