Fabio Bufano ci scrive: “sono nato libero e non ho mai accettato ordini di scuderia”

22 aprile 2015 – Non saranno grandi rivelazioni le mie. Necessaria, comunque, una premessa: sono nato libero e non ho mai accettato ordini di scuderia. fabio_bufanoHo solo obbedito a mio padre e mia madre (…fino ad una certa età). Poi, loro, da buoni genitori, non hanno più dato ordini ma consigli che, purtroppo, non ho sempre seguito. Pertanto, caro Mauro, non ho mai chiesto il permesso al Sindaco per partecipare a cene. Ci sono andato di mia spontanea volontà. Cene che mi consentono di essere anche io con la coscienza apposto (come Marco dichiara di essere) ma, anche, con la pancia.

Fatta la dovuta premessa, passiamo all’argomento “del giorno” anche se, i primi studi di fattibilità risalgono al lontano 2006. Follia pura. Paternità, colpe, meriti, smentite.

Non voglio giocare come han fatto illustri politici che un giorno vedono quale opportunità la realizzazione di anche di DUE gasdotti in Puglia e l’altro, invece, vedono una minaccia la realizzazione del gasdotto … Due meglio che uno??? Oppure, il vento cambia a seconda dell’avvicinarsi della tornata elettorale?

Lasciamo perdere…  Ritengo che, invece, la gestione di tutta la vicenda sia stata impostata male. Infatti, una volta deciso che gasdotto “doveva essere” (intervento definito strategico a livello comunitario da qualche anno), tutti avrebbero dovuto lavorare in una sola direzione: Brindisi, terminale Cerano e relativa riconversione. Ci avremmo guadagnato tutti. La Puglia avrebbe guadagnato.

Perché questo non è successo??? Non lo so. So, però, che Otranto ha lavorato per portare un gasdotto nel proprio feudo. Altri Comuni hanno cercato di indirizzare nei propri agri la realizzazione della infrastruttura strategica. Questo è segno che non tutti vedono “il mostro”. La Regione vede il mostro solo se sollecitata e in campagna elettorale. Il Governo Centrale, invece, per ora, non lo ha mai visto. Per me, non lo vedrà mai (vedi ultimi avvenimenti con relative autorizzazioni). A tal proposito, ricordo che in data 16 aprile 2015, con decreto ministeriale a firma del Ministro Galletti è stata certificata l’esclusione del terminale di ricezione del gasdotto Tap dall’ambito di applicazione della Legge Seveso. Della serie “lasciate ogni speranza voi ch’entrate”.

E Melendugno?? A volte, si è talmente “troppo piccoli” da non poter influenzare scelte e decisioni che riguardano opere di tale portata. “Troppo Piccoli” anche perché lasciati “troppo soli”. Non vi è stato mai un lavoro concertato strategicamente a livello regionale e che abbia visto la partecipazione sinergica dei diversi attori. Dunque? Già, dunque. Abbiamo subito.

Mi passate un termine?? Abbiamo “giocato”.  Avete a memoria il gioco della “mosca cieca”? Abbiamo preso una bella benda decorata con i colori delle nostre campagne e del nostro mare, l’abbiamo immersa nel profumo dell’amore per il nostro territorio ed abbiamo provato ad inseguire, ad occhi chiusi, le umane paure e timori e la logica del pregiudizio. Altrove, invece, andavano avanti con progettazioni e nulla osta rilasciati da quelli più grandi di noi. Credo che sia arrivato il tempo (è per questo motivo che ho partecipato alla cena) di toglierci la benda, altrimenti, rischiamo di andarci a sbattere contro il “tubo”. Riporteremo, qualora dovesse verificarsi questo impatto, gravi danni fisici che non verranno rimborsati da nessuna assicurazione.

Non è più tempo di divisioni in classi: pro e contro. Credo che sia arrivato il momento di cambiare gioco. Non gettiamo, però, quella benda. Rappresenta pur sempre le nostre umane paure e il nostro amore per questa terra.  Usiamola, invece, per abbellire il tavolo sul quale andiamo a porre una bella scacchiera. Ecco, giochiamo a scacchi. Seguiamo la evoluzione della situazione. Cerchiamo di capire in anticipo le mosse dell’avversario. Il fine della partita è quello di mettere sotto scacco qualcuno. Proviamo a non perderla la partita. Non perderemo se gli occhi saranno aperti. Se ci dovesse andare male, speriamo di pareggiare. Questa è una partita difficile “arbitrata” da arbitri molto lontani.

Spero di essere stato chiaro.

A questo punto, qualcuno potrà pensare che io sia matto. Ne ha facoltà.

Parlando di scacchi ci sta pure.

Ma so di non essere solo in questo mondo di matti.

Fabio Bufano

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