Melendugno: due fatti incresciosi danno avvio al nuovo corso

Il manifesto deprecabile, listato a lutto, per due candidati della lista numero uno, ad opera di Tommaso Tommasi, cittadino che non vota nè risiede a Melendugno, mette in secondo piano un altro fatto che provoca dispiacere, avvenuto nella mattinata di ieri. La diserzione dei consiglieri di minoranza del consesso che doveva proclamare tutti gli eletti. Entrambi i fatti sono figli di una divisione che insiste nella comunità e che dovrà essere sanata nel più breve tempo possibile. Non si può infierire su chi ci ha messo l’anima, il corpo e la passione e non è stato premiato dall’elettore. Dall’altra non ci si può “offendere” con la comunità perchè gli elettori, dopo dieci anni di amministrazione unica, abbiano scelto un’alternativa.

É il gioco delle parti e della democrazia. Bene ha scritto, sul suo profilo social, Palmina Surdo, già candidata al consiglio regionale e candidata con la lista numero uno. «A volte si vince altre si perde, in politica così come nella vita. Io sono grata sempre, perché ogni volta si impara qualcosa».

É il momento di riunire la comunità, guarire le ferite e guardare avanti per il bene del territorio di Melendugno a cui tutti noi apparteniamo anche se abitiamo in piccoli borghi o quartieri e marine che si chiamano Borgagne, San Foca, Torre dell’Orso, Torre Specchia o Torre Saracena.

Basta festeggiare è necessario mettere mano alle tante criticità che insistono sul territorio trascurate per l’emergenza elezioni amministrative 2022. Anche se «il bilancio [è] sano e [ci sono …] decine e decine di finanziamenti che spero completino celermente» scrive il candidato Sindaco Simone Dima, bisogna rimboccarsi subito le maniche per mandare avanti la macchina amministrativa.

Basta piangersi addosso ci si aspetta una minoranza seria che in questi ultimi cinque anni è totalmente mancata fuori e dentro il consiglio comunale.

Al lavoro quindi Melendugno, Borgagne e marine vi ringrazieranno.

Editoriale

Francesco Cappello

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