Come finisce La casa di Carta. Attenzione SPOILER!!!

Il 3 dicembre scorso “la casa di carta”, quinta stagione, ha avuto avvio su Netflix e dopo cinque puntate è finita, finalmente, cantando “Bella Ciao”. Personalmente non avrei dato corso alla seconda rapina. Anche perchè gli era andata bene la prima ed era inutile fare i fighi e farsi catturare.  Ma gli affari sono affari. Ma stiate pur certi che forse è finita è ed è giunto il momento di appendere la maschera di Salvador Dalì al chiodo.

Avviso ai lettori. Ciò che state per leggere contiene spoiler e non è adatto a chi non lo ha ancora visto. Questo articolo è dedicato a coloro che non hanno visto la Casa di Carta per un qualsiasi motivo ma vogliono comunque sapere com’è andata a finire. Certo potrebbero accedere a Netflix ma non è detto che nel frattempo non sia scaduto l’account e rifarne uno di prova non ne vale la pena per visionare una serie scontata.

SPOILER a gogò

Dopo cinque stagioni,  «La Casa de Papel», com’è conosciuta in Spagna, riprende mentre la banda di rapinatori piange la morte di Tokyo (Úrsula Corberó) e cerca di portare a termine il colpo più ambizioso del Professore (Álvaro Morte). Attualmente si trovano in svantaggio contro il Colonnello Tamayo (Fernando Cayo). I restanti cinque episodi risolvono anche diverse questioni in sospeso e soprattutto rivelano perché il professore ama il brivido di una rapina.

Cosa succede dopo la morte di Tokyo?

La banda non ha molto tempo per piangere l’amica, collega-rapinatrice. Si rimettono al lavoro e continuano ad estrarre l’oro dalla Banca di Spagna. E mentre il professore è in lutto, Alicia Sierra (Najwa Nimri), un tempo ispettore della polizia spagnola, ne approfitta e fugge dalla tana del professore. Ma la fuga ha breve durata perché il professore la raggiunge e i due formano un improbabile duo che fa avanzare la trama della seconda parte. I due si rendono conto di essere più simili di quanto pensassero.

Un’altra persona che approfitta della situazione è il comandante dell’esercito spagnolo, Sagasta (José Manuel Seda), che ha il compito di eliminare i rapinatori all’interno della banca e salvare gli ostaggi. Lui e Arteche (Jennifer Miranda) sono due degli unici tre sopravvissuti dopo un’esplosione che ha ucciso il resto della loro squadra insieme a Tokyo. Lui le ordina di nascondersi nelle prese d’aria e si arrende a Palermo (Martín Berrote) e a Lisbona (Itziar Ituño) come diversivo.

Mentre il professore è all’esterno a lavorare contro il tempo per capire come far uscire tutti (vivi), insieme all’oro, Palermo prende il comando.

L’oro finalmente esce dall’altra parte venendo spinto a monte attraverso una  potente  turbina (rubata da una piattaforma petrolifera) verso un serbatoio di acqua piovana – un piano precedentemente ideato da Palermo e Berlino.

Il professore, in fuga con Sierra e il suo neonato, trova un cellulare e si informa sul prosieguo dell’operazione ed è  sopraffatto dall’emozione quando sente che l’estrazione dell’oro sta avendo successo.

Dalla parte avversa Tamayo e gli uomini nella tenda dell’unità di crisi iniziano ad avere un sentore di ciò che potrebbe accadere quando un tecnico audio capta il suono dello “sciacquone”.

Chi ruba l’oro al professore?

Il professore raggiunge il covo mentre l’oro viene raccolto, ma proprio quando i ladri pensano di aver raggiunto il traguardo, vengono intercettati e catturati dalla polizia inviata da Tamayo alla ricerca del serbatoio. Ma il colonnello dei servizi segreti spagnoli non è poi così intelligente e sbaglia luogo ma il professore e i suoi complici sono comunque sconfitti e catturati. Ma da chi?

Dopo essere stato ammanettato e messo nel retro di un furgone della polizia, il professore si rende che i rapinatori non li stanno traducendo in galera. Anzi il cellulare dove sono ammanettati non si muove. Escono e si rendono conto di essere stati incastrati e che l’oro è stato rubato. Nel frattempo, Tamayo e la sua squadra cadono nell’ultima trappola del professore, il cosiddetto “Piano Pollicino”.

Chi ha rubato l’oro? Il figlio di Berlino, Rafael, e l’ex moglie di Berlino e finalmente i flashback delle cinque puntate precedenti hanno un senso.

Come finisce “La casa di carta”

Il professore incarica l’ex-ispettore Sierra di trovare l’oro ed entra da solo e disarmato nella Banca di Spagna per affrontare Tamayo.

Uno dopo l’altro, dopo che Arteche sblocca ogni entrata dall’interno della banca per permettere alla polizia spagnola di sequestrare il posto, la banda viene messa all’angolo. la casa di carta sono tutti ammanettati.

Anche se Tamayo minaccia di ucciderli tutti, il professore non indietreggia e mette in scena l’ultimo atto. La divulgazione della  notizia della sparizione di 90 tonnellate d’oro getta sul lastrico la Spagna. Per salvare capra e cavoli, banda e faccia di Tamayo insieme al Paese il professore restituisce l’oro, ma è solo ottone, placcato oro. Tamayo se ne accorge ma raggiungono un accordo: per calmare l’opinione pubblica, i mercati, la comunità europea, gli investitori e chiunque ha investito nella Spagna, Tamayo annuncerà che il furto è finito, l’oro (falso) è stato recuperato e tornerà al suo posto. Infine tutti i ladri saranno “uccisi” e imbustati in sacchi neri e  usciranno nelle bare. Morti per tutti tranne che per pochi.

“Nessuno insegue un uomo morto, colonnello”, dice il professore.

Ventiquattro ore più tardi la banda si riunisce in un hangar in attesa di un viaggio di sola andata verso il Portogallo dove il vero oro sarà lì ad aspettarli.

“Non siamo tutti qui”, dice il professore. Tokyo, Nairobi, Berlino e Mosca. Ma hanno comunque raggiunto l’obiettivo che si erano prefissati: mettere a segno il più grande colpo della Spagna, il tutto mentre vengono scortati dall’esercito alle loro nuove vite.

Hai visto la Casa di Carta? Come l’avresti conclusa. Avresti fatto la seconda rapina?

Francesco Cappello

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