Cantiere TAP, secondo giorno di tregua. Perchè andare sul cantiere per dire No al gasdotto

23 marzo 2017 – Secondo giorno di tregua sul cantiere TAP. Gli espianti sono fermi e il comitato NOTap permanente ha “autorizzato” stamane gli operai TAP ad un incappucciamento di un albero oliva al di fuori del recinto. Nella stessa mattinata giornalisti di Rai3 e della televisione svizzera-italiana hanno fatto il loro dovere con i 14 sindaci salentini presenti sul luogo del misfatto. Questi gli aggiornamenti più recenti. Il tempo è bello e i cittadini di Melendugno e paesi limitrofi ne approfittano per fare una passeggiata a San Basilio per rendersi conto della situazione con i loro occhi, per appurare dal vero cosa significhi espiantare 211 alberi di olivo e reimpiantarli a 8 km di distanza e di come viene calpestato uno stato di diritto. Giovani, anziani, bambini, maschi e femmine si alternano al cantiere per “perdere” il loro tempo e dire di No a Tap.

Ma questo articolo è dedicato, soprattutto, a chi sul cantiere non è mai venuto o accampa mille scuse per non farlo. La giustificazione più ovvia per questi cittadini è dire che ormai sia tutto deciso, e di come sia impossibile far cambiare idea ad uno Stato che ha dichiarato l’opera strategica e quindi da realizzare ad ogni costo. Di come, invece, manifestare il proprio dissenso di fronte al cantiere sia solo una perdita di tempo e una pubblicità gratuita al Sindaco Marco Potì che, quest’anno, corre per la rielezione. Noi invece invitiamo questi cittadini a pensare a questa riflessione letta qualche giorno fa su Facebook: “Se uno sconosciuto punta una pistola a tuo figlio e sai che sparerà tu non faresti di tutto per evitare che gli spari?”.

Francesco Cappello

Lasciaci un commento