Abbandono di cani: tre cuccioli cercano una nuova casa. Ecco a chi rivolgersi e alcuni consigli

12 agosto 2013 – Abbandonati quattro cuccioli di cane. Un altro caso di insensibilità e crudeltà nei confronti degli animali che si verifica nel territorio del Comune di Melendugno. A notare i cuccioli una signora che ha, immediatamente, allertato una pattuglia della polizia locale di Melendugno. La signora di buon cuore, poi, commossa per le precarie condizioni di uno dei piccoli ha deciso di adottarlo, salvandolo da un destino di randagismo qualora fosse sopravvissuto.
Non è il primo caso di assurdi abbandoni e maltrattamenti nei confronti degli animali che si verifica nel territorio di Melendugno. Ogni anno si ripete la macabra usanza di far morire, tra spasmi atroci, cani e gatti, randagi e di proprietà, tramite la somministrazione di bocconcini avvelenati. L’abbandono di questi quattro cuccioli è, solo, l’ennesimo episodio per le nostre marine che, ogni fine stagione, registra fatti analoghi, spregevoli e imperdonabili.

Ora, i tre cuccioli rimasti sono stati portati presso il canile municipale gestito dal dott. Adriano Cannoletta, dove sono state fornite le cure del caso. I piccoli attendono un gesto d’amore da parte di chi vuole sottrarli a una vita di solitudine e priva di affetti. Essi di affetto sapranno darne tanto e sapranno perdonare l’egoismo e la cattiveria dell’uomo. A volte gli angeli assumono strane sembianze. A volte gli angeli guaiscono quando gli viene impedito di volare.

Per chi fosse interessato all’adozione può chiamare la redazione di melendugno.net al 335 539 4618 oppure al comando della polizia locale al 329 317 3694
Cosa bisogna fare e come si deve intervenire quando ci si imbatte in cani abbandonati? Innanzitutto si deve tenere a mente, che nonostante un cane porti un collare o una targhetta, potrebbe essersi, nel tempo, inselvatichito e perciò essere pericoloso o aggressivo.
Se l’animale si trova in pericolo o rappresenta un pericolo, la prima cosa da fare è chiamare le forze dell’ordine, oppure il servizio veterinario dell’ASL, o l’Ente Protezione Animali (Enpa) oppure una delle associazioni di volontari che si occupano di animali abbandonati e informali del ritrovamento.
Se, invece, si può gestire la situazione si deve tentare di avvinarglisi con calma tenendo sempre bene a mente il repertorio comportamentale tipico della specie. Non lo si deve avvicinare camminando in maniera diretta perché potrebbe interpretare tale gesto come una minaccia e reagire di conseguenza. È consigliabile assumere una posizione passiva, quindi accucciarsi e osservare i messaggi che manda l’animale: denti scoperti, ringhi, pelo irto segnalano aggressione o minaccia.
Se la situazione lo permette e lo si vuole portare a casa propria, è bene farlo controllare, prima di tutto, dal veterinario, anche se appare in buona salute. Il veterinario, oltre a visitarlo e ad accertarsi che l’animale non sia malato o che non abbia parassiti, può verificare anche la presenza del tatuaggio o del microchip di identificazione (con un apposito lettore) ed eventualmente risalire al proprietario.
Se è visibilmente ferito, magari a causa di un incidente, non gli si deve somministrare alcun farmaco (i farmaci che vanno bene per noi, non sempre vanno bene per gli animali) né cibo né acqua, e occorre portarlo subito dal veterinario. Per evitare di peggiorare eventuali traumi o fratture lo si appoggi su qualcosa di rigido che faccia la funzione di una barella.

Serena Cappello

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