A Pasqua in Puglia cresce la povertà alimentare: oltre 440mila famiglie costrette a chiedere aiuto

A Pasqua in Puglia  la povertà alimentare ha colpito oltre 440mila famiglie costrette a chiedere aiuto per mangiare, rappresentando solo la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie. Secondo i dati Istat, il numero di famiglie in povertà relativa è raddoppiato in un anno, passando dal 18,1% al 27,5% in Puglia. L’aumento dell’inflazione e dei costi a causa della guerra sono tra le principali cause di questa situazione.

La povertà alimentare tra i minori è cresciuta a causa della pandemia e dell’aumento dell’inflazione. La Coldiretti Puglia ha evidenziato un aumento del 12% degli under 15 anni costretti a ricorrere agli aiuti per mangiare. Anche gli anziani e i migranti stranieri sono a rischio alimentare.

Tuttavia, c’è anche una crescente solidarietà. La Coldiretti, insieme alle realtà economiche più importanti del Paese, ha donato oltre 6 milioni di chili di prodotti alimentari italiani di alta qualità e a chilometri zero, come frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio.   prodotti raccolti attraverso l’iniziativa della spesa sospesa, che permette ai consumatori di fare una donazione libera per acquistare prodotti a favore dei più bisognosi.

La maggior parte delle famiglie che si trovano in difficoltà alimentari ricevono pacchi alimentari, che rispondono maggiormente alle loro esigenze. La Coldiretti ha reso strutturali le iniziative di solidarietà, che rappresentano un segno tangibile della filiera agroalimentare verso le fasce deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche.

Tra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate o danneggiate dalle limitazioni rese necessarie in due anni di pandemia. Si tratta di persone e famiglie che mai prima avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

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