70esimo anniversario della Liberazione d’Italia. Ma il Sud era già libero

25 aprile 2015 – Oggi è il 70esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista. Sono passati 70 anni dal quel 25 aprile del 1945 quando a Milano, motore economico d’Italia, fu proclamato lo sciopero generale e il CLN-AI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) assunse pieni poteri. 25aprileConvenzionalmente si indica come il 25 aprile la data in cui l’Italia, tutta, si sollevò contro il fascismo e l’occupazione nazista. Ma cos’è il 25 aprile veramente. Per gli studenti di ogni ordine e grado è un giorno di vacanza dalla dura quotidianità scolastica, è il primo giorno dei tre di vacanza che gli spettano (gli altri sono il primo maggio e il 2 giugno). Per i lavoratori è solo un giorno, pagato, di ferie, magari accompagnato con una gita fuori porta. Per i tanti disoccupati e solo un giorno in più per rimanere a casa. Per i meridionali è un giorno di festa come gli altri, loro, la liberazione l’avevano già avuta, almeno uno o due anni prima. L’8 settembre 1943 il generale Badoglio aveva dichiarato la fine della guerra e il re Vittorio Emanuele III era fuggito verso Sud. Il 10 luglio 1943 gli alleati erano sbarcati in Sicilia e stavano risalendo la Penisola. Il 10 settembre 1943 era stato proclamato il Regno del Sud e aveva giurisdizione, guarda caso, proprio nelle aree controllate dagli Anglo-americani. Quindi il Sud si era “liberato” almeno 19 mesi prima. Il Nord Italia invece, con la Repubblica di Salò, soffriva l’occupazione tedesca e fu lì, in quelle zone, che nacque il partigiano, il ribelle, che lottava contro i tedeschi e gli italiani fedeli al duce, Benito Mussolini. I partigiani vissero, combatterono, morirono di stenti e di pallottole per liberare la Patria dai nazi-fascisti. La festa del 25 aprile serve a ricordare quello sforzo di quegli uomini e di quelle donne che presero coscienza di sé capendo che non si poteva andare avanti con la dittatura e scelsero di combattere per la libertà, la propria libertà, per i loro figli e loro nipoti. Scelsero di combattere per noi.

Francesco Cappello

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