Il Tribunale di Lecce ha emesso una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati coinvolti nel processo relativo alla realizzazione del tratto terminale del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) in Salento. La decisione riguarda la società TAP e 18 persone, tra cui dirigenti e tecnici delle aziende coinvolte nella costruzione dell’opera, accusati a vario titolo di reati quali deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazioni edilizie e inquinamento ambientale.
Il procedimento giudiziario, avviato nel 2020, ha visto la Procura di Lecce sostenere che i lavori di costruzione del gasdotto avessero causato danni ambientali, in particolare la contaminazione della falda acquifera con sostanze pericolose. Il pubblico ministero Alessandro Prontera aveva richiesto la condanna a tre anni di reclusione per otto imputati, tra cui Michele Elia, ex country manager di TAP Italia, e altri dirigenti di Saipem e Icop, aziende coinvolte nei lavori.
La giudice monocratica Chiara Panìco ha assolto tutti gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”, ritenendo infondate le accuse di inquinamento ambientale. Per gli altri reati contestati, come il danneggiamento e le violazioni edilizie, è stata dichiarata la prescrizione. La società TAP è stata anch’essa assolta dall’accusa di illecito amministrativo.
In seguito alla sentenza, TAP ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che il positivo esito odierno del processo penale svoltosi davanti al Tribunale di Lecce conferma la piena correttezza e trasparenza dell’operato di TAP e del suo management, che durante tutte le fasi del progetto ha agito nello scrupoloso rispetto di leggi e prescrizioni.
TAP si augura che l’esito del procedimento rappresenti una definitiva opportunità per voltare pagina rispetto al passato, lasciando il passo ad una consapevole e sostenibile convivenza del progetto con il territorio e le sue comunità, con riconoscimento del suo ruolo di partner in iniziative ambientali, sociali e culturali, che è anche alla base dagli accordi recentemente sottoscritti con i comuni di Melendugno e Vernole.
Nei giorni precedenti alla sentenza, i comuni di Melendugno e Vernole, inizialmente costituitisi parte civile nel processo, hanno ritirato la loro costituzione a seguito di un accordo con TAP che prevede ristori complessivi di oltre 8 milioni di euro. Accordo i cui contorni però sono segreti su richiesta della stessa azienda.
La sentenza rappresenta un punto di svolta nella lunga vicenda giudiziaria legata al gasdotto TAP, che ha suscitato ampie proteste e dibattiti. Con l’assoluzione di tutti gli imputati, si chiude un capitolo importante della controversia, lasciando spazio a nuove riflessioni sul rapporto tra grandi opere infrastrutturali e tutela del territorio.