Il Comune non ci sta e revoca appalto per ex-Palestrone a Borgagne

A Borgagne, il “Palestrone”, nato con i fondi di Italia ’90, è ancora un cantiere incompiuto. Dopo anni di ritardi, il Comune annulla l’appalto per gravi inadempienze. Riuscirà l’opera a vedere la luce o resterà un’etterna incompiuta?

Un progetto da oltre 1,4 milioni di euro, un cantiere aperto da quasi due anni e un’opera che avrebbe dovuto essere completata in sei mesi, ma che oggi è ferma a meno del 30% dei lavori eseguiti. È questa la situazione della struttura socio-educativa che il Comune di Melendugno aveva previsto per offrire nuovi spazi alla comunità. La struttura è conosciuta a Borgagne come Palestrone che doveva essere un’opera nata grazie ai fondi di Italia ’90. Invece, l’immobile è rimasto per decenni un cantiere abbandonato, un monumento ai ritardi burocratici e agli appalti finiti nel nulla.

La vicenda ha avuto avvio con i fondi previsti dalla legge 65 del 1987 con i Mondiali di Calcio del 1990 che prevedeva la realizzazione di nuovi impianti sportivi nella frazione di Melendugno e quindi una bella palestra a Borgagne. Lo stabile fu costruito nella sua attuale configurazione ma ben presto il progetto finì impantanato tra burocrazia e cambi di amministrazione, trasformandosi in un’opera eterna incompiuta. Nel corso della sua storia è entrato a far parte di tutte le promesse elettorali. Non c’è stata compagine politica che non abbia citato il completamento dell’ex-palestrone. Fino al 2020 quando fu investito da una deliberazione di Giunta Comunale n. 135 del 23.10.2020 quando fu approvato il progetto esecutivo titolato “REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA COMUNITARIA SOCIOEDUCATIVA. COMUNITA’ ALLOGGIO, CENTRO SOCIO-EDUCATIVO DIURNO”. Costo? 1.406.000,00€

Perrotta Group vince la gara pubblica per un importo di 1.081.349 euro più IVA. Il contratto viene firmato il 4 maggio 2023, e da quel momento l’azienda avrebbe avuto 180 giorni per completare i lavori. La prima tranche di pagamento (il cosiddetto Primo Sal) è stato effettuato dal Comune il 22 agosto 2023 poi dopo tale data la società appaltatrice ha sospeso anche la esecuzione di quelle lavorazioni per le quali vi era stata la relativa consegna (parziale).

A peggiorare la situazione è arrivata una mossa inaspettata: la Perrotta Group ha ceduto il contratto a un’altra società, la Spinc SRL, senza attendere l’autorizzazione del Comune. Quest’ultima, però, non aveva i requisiti necessari per subentrare nei lavori, motivo per cui l’amministrazione ha immediatamente vietato l’accesso al cantiere alla nuova impresa.

[Rettifica del 25 febbraio 2025] Perrotta Group ci ha comunicato che Ella ha sottoscritto un contratto di fitto di azienda con la Spinc SRL, il che ha comportato, secondo i termini di legge, anche il passaggio del contratto di appalto di Borgagne alla Spinc.
Tale operazione è pienamente legittima secondo la normativa vigente e le disposizioni dell’ANAC, che prevedono questa possibilità per garantire la continuità del progetto e l’esecuzione dell’opera. Inoltre, contrariamente a quanto indicato nell’articolo, la Spinc SRL possiede i medesimi requisiti della Perrotta Group, incluse l’attestazione SOA e tutte le certificazioni necessarie per l’esecuzione dell’appalto.

Di fronte all’ennesimo stallo, il Comune ha preso una decisione drastica: il 30 settembre 2024 ha inviato alla Perrotta Group un preavviso di risoluzione del contratto, concedendo 10 giorni per completare le opere o presentare giustificazioni valide. Le risposte dell’azienda non sono state ritenute convincenti e così, il 18 febbraio 2025, l’ente ha ufficialmente cancellato l’appalto con la Perrotta Group SRL per grave inadempienza. A oggi, solo il 28% dell’opera è stato completato, con un ritardo che ha superato i 470 giorni, più del doppio rispetto ai tempi previsti dal contratto.

Cosa succede adesso?

Ora il Comune dovrà valutare come procedere: l’obiettivo è completare i lavori senza perdere i fondi europei assegnati al progetto, che hanno già ricevuto una proroga fino a dicembre 2024. Nel frattempo, l’impresa appaltatrice potrebbe essere chiamata a pagare penali e risarcimenti danni, mentre il cantiere sarà sgomberato per fare spazio a una nuova soluzione.

La speranza è che la struttura socio-educativa, pensata per essere un punto di riferimento per la comunità, possa finalmente vedere la luce dopo mesi di ritardi, burocrazia e incertezze.

[Dichiazione di Perrotta Group del 25 febbraio 2025] Perrotta Group sottolinea che la risoluzione è illegittima e sarà impugnata presso le sedi competenti, in quanto non rispetta le procedure e i motivi previsti dalla normativa. Oltre alle vicissitudini societarie che sicuramente hanno allungato i tempi di questo appalto (e anche degli altri appalti oggetto del fitto di azienda), bisognerebbe forse domandarsi chi è causa di questo stallo.

Un’opera maledetta?

Il caso del Palestrone è diventato l’emblema di un fallimento amministrativo che dura da decenni. Dalla promessa di una palestra per la comunità negli anni ’90, si è passati a una struttura mai utilizzata, riqualificata nel 2022 come centro socio-educativo, ma ancora oggi senza una data di completamento certa.

Per Borgagne e i suoi cittadini, la domanda è sempre la stessa: sembrava la volta buona ma anche questa volta ci ritroviaviamo con due incompiute. Un ex palestrone e un futuro ex-comunità alloggio e un centro socio-educativo diurno. Come andrà a finire lo sanno solo i veggenti. Basta che non passino altri 35 anni per risolvere la questione.

[Rettifica del 25 febbraio 2025]

Questo articolo è stato aggiornato per chiarire la dinamica della richiesta di subentro della Spinc SRL. La Perrotta Group ha precisato che si trattava di un fitto d’azienda e non di una cessione del contratto.
Inoltre Perrotta Group sottolinea che la risoluzione è illegittima e sarà impugnata presso le sedi competenti, in quanto non rispetta le procedure e i motivi previsti dalla normativa.

Franceco Cappello