Tra ritardi e trionfi Melendugno firma il contratto dei rifiuti. Aumenterà la TARI?

Il 12 febbraio, un evento importante ha avuto luogo a Melendugno: è stato firmato il contratto per il servizio di raccolta rifiuti dell’ARO Le/2, che coinvolge dieci comuni. Per il sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino, questa firma rappresenta una grande vittoria dopo anni di difficoltà burocratiche e legali. In un post su Facebook, ha celebrato il risultato come un “grande giorno” e ha sottolineato il suo impegno personale, dicendo che grazie alla sua mediazione politica e amministrativa è stato finalmente possibile raggiungere questo traguardo. Il sindaco ha parlato di miglioramenti nei servizi di raccolta rifiuti e di una gestione più efficace grazie alla firma di questo contratto. Inoltre, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a questa realizzazione.

La dichiarazione del sindaco si presenta con un tono trionfalistico e di forte autoaffermazione. L’uso di espressioni come “OGGI È UNA GRANDE GIORNATA!” e “è un grande risultato per tutti noi” suggerisce un desiderio di rafforzare la propria immagine di leader capace e determinato. Il sindaco enfatizza il suo impegno personale e quello di tutti i coinvolti, tentando di attribuirsi il merito principale per il raggiungimento dell’accordo, mentre minimizza le difficoltà e i ritardi. La dichiarazione ha un intento molto positivo e orientato al futuro, in particolare riguardo al miglioramento della qualità del servizio, ma l’insistenza sui propri meriti potrebbe risultare come una strategia di difesa psicologica, volta a consolidare il proprio status di autorità, nonostante le critiche ricevute.

Tuttavia, non tutti sono entusiasti di come le cose sono andate. I consiglieri di opposizione, che avevano chiesto più volte un consiglio comunale monotematico sui rifiuti, hanno pubblicato una dura risposta. Per loro, il sindaco sta cercando di prendersi dei meriti che non gli spettano. La critica principale riguarda il fatto che il contratto è stato firmato solo dopo quasi tre anni di ritardi, dovuti a un cambiamento di operatore e a una sentenza del Consiglio di Stato. I consiglieri accusano il sindaco di essere stato troppo lento e di non aver gestito bene la situazione, causando disagi e inefficienze. Inoltre, fanno notare che il sindaco ha speso una cifra considerevole per consulenze legali, senza però convocare un consiglio comunale per discutere della questione con i cittadini. In sostanza, chiedono più trasparenza e sostanza, e meno “frottole”.

Il tono della dichiarazione di opposizione è critico e provocatorio, segnato da un forte sentimento di frustrazione. Le espressioni come “teatro dell’assurdo” e “arrogarsi meriti che non di certo sono ascrivibili a lui” rivelano un atteggiamento di denuncia, con l’intento di smascherare, secondo loro, un comportamento ingannevole e poco trasparente del sindaco. Il fatto che abbiano sottolineato i “quasi 100.000,00 euro di incarico legale” e i ritardi “inconfutabili” suggerisce una percezione di inefficienza e di cattiva gestione. La critica si concentra anche sulla mancanza di comunicazione verso la cittadinanza e su ciò che viene percepito come un tentativo di giustificare l’inevitabile ritardo con argomentazioni che, a loro parere, non reggono. Qui emerge una frustrazione, tipica di chi si sente escluso dalla decisione o dalle informazioni, e c’è anche un appello alla trasparenza e alla sostanza, opponendosi alla retorica di autocelebratione del sindaco.

Il sindaco ha prontamente risposto, difendendo il suo operato con toni forti. Ha criticato le accuse mosse dai consiglieri, definendo le loro parole come “mistificatorie” e “fuori di testa“. Sostiene che se avesse davvero fatto un lavoro sbagliato, gli altri sindaci lo avrebbero destituito. Inoltre, il sindaco Cisternino ribadisce che, nonostante i ritardi, ha agito nella legalità, con l’aiuto di un legale esperto, per risolvere la situazione nel miglior modo possibile. E infine, non manca di ricordare la sua lunga carriera politica e l’impegno verso il “bene comune“.

Il sindaco, in questa risposta, adotta un tono di difesa e aggressivo. Usa parole forti come “stupore“, “disgusto” e “fuori di testa” per screditare i consiglieri di minoranza, spostando l’attenzione sulla presunta instabilità psicologica e sulla mancanza di fondamento delle critiche. L’utilizzo di termini come “leone da tastiera” e il riferimento al lavoro del legale di “fama nazionale” si concentrano sull’intento di ridurre la credibilità delle opposizioni, minimizzando il loro ruolo e cercando di giustificare le sue azioni. Qui, la risposta è molto difensiva, con l’intento di far emergere l’immagine di un uomo di esperienza e competenza che ha lavorato correttamente. L’insistenza su valori come la “trasparenza” e l’invocazione del “bene comune” rispondono a una necessità di legittimare le proprie azioni e proteggere la propria integrità.

Cosa possiamo imparare da questo scambio?

Questo scambio di dichiarazioni ci mostra due facce della stessa medaglia. Da una parte, c’è il sindaco che cerca di difendere il suo operato, enfatizzando la sua dedizione e l’importanza di aver portato a termine una trattativa complessa. Dall’altra, ci sono i consiglieri di opposizione che vedono nella gestione del sindaco una serie di ritardi e mancanze, e usano questo episodio per mettere in discussione la sua leadership.

In fondo, entrambi sembrano essere impegnati in una lotta per il consenso pubblico, cercando di dimostrare che sono quelli più capaci di servire la comunità. La differenza sta nel fatto che, mentre il sindaco si concentra sul risultato finale, le opposizioni pongono l’accento sulla gestione e sui tempi, facendo notare i problemi che sono emersi lungo il cammino.

Un tempo, le schermaglie politiche tra maggioranza e opposizione si combattevano sui manifesti affissi nelle pubbliche bacheche o su volantini distribuiti porta a porta. Oggi, però, la scena del confronto si è spostata online, sui social network. È lì che si consumano oggi le battaglie politiche, con post, commenti e risposte rapide che hanno il potere di raggiungere centinaia, se non migliaia, di cittadini in un istante. I social sono diventati un nuovo campo di battaglia, dove la comunicazione è istantanea e la visibilità immediata, ma anche dove la retorica politica può facilmente scivolare nell’esagerazione o nel linguaggio fortemente polemico. Non è inusuale chiamare a raccolta i propri seguaci e indurli a mettere un like o un commento a favore di una parte o dell’altra campana.

Il sindaco di Melendugno, Maurizio Cisterino, appare come una figura desiderosa di dimostrare la propria efficacia e competenza, con una strategia di autoreferenzialità che può essere letta come una difesa dell’immagine pubblica, specie alla luce delle critiche. I consiglieri di opposizione, invece, cercano di mettere in evidenza ciò che considerano incongruenze e malformazioni del processo, enfatizzando l’inefficienza percepita e l’assenza di comunicazione. La loro strategia è quella di sollevare dubbi e contestare l’operato del sindaco, cercando di creare una frattura tra il sindaco e la cittadinanza.

Il pensiero dei Cittadini-Contribuenti

Alla fine della giornata, chi si trova davvero al centro di questa disputa politica sono i cittadini-contribuenti. Sono loro che, con le loro tasse, finanziano il servizio di raccolta rifiuti e tutti i progetti che le amministrazioni locali cercano di portare avanti. Quando leggono dichiarazioni entusiastiche da parte dei politici, oppure dure critiche provenienti dall’opposizione, i cittadini si chiedono sempre: “di quanto aumenterà la TARI?”

Mentre i politici si concentrano sullo scambio di accuse e sui meriti da attribuire a sé stessi o agli altri, la realtà che i cittadini percepiscono è molto più semplice e concreta. Vogliono che i servizi pubblici siano efficienti, tempestivi e, soprattutto, trasparenti. Vogliono che le decisioni politiche siano guidate dal benessere collettivo e non da lotte di potere. In definitiva, i cittadini-contribuenti sono coloro che si aspettano azioni concrete, al di là delle parole e delle schermaglie politiche. E se i risultati tardano ad arrivare, se la comunicazione è opaca, l’unica cosa che rimane è il malcontento, che cresce quando ci si sente lontani dalle promesse fatte.

Per i cittadini, il vero “trionfo” non è tanto il risultato di un contratto firmato o una vittoria politica, ma l’efficienza e la qualità dei servizi che riceveranno in cambio delle loro tasse.

nota del redattore: la parte in corsivo è stata realizzata con un prompt specifico interrogando Chat GPT