Negli anni ’80, quando ero bambino, la fuitina era ancora una pratica molto diffusa nel Salento e in generale nel Sud Italia. Ricordo che quasi ogni settimana si veniva a conoscenza di qualche nuova coppia di fidanzati che era “fuggita” per sposarsi senza il consenso delle rispettive famiglie. Spesso si trattava di coppie molto giovani, a volte addirittura minorenni, che decidevano di unirsi in matrimonio per amore, nonostante l’opposizione di genitori e parenti.
Origini e motivazioni
All’epoca la fuitina era ancora vissuta come un atto romantico, un gesto di ribellione dei giovani alle imposizioni delle famiglie. I ragazzi che decidevano di “scappare” con la loro amata per poi sposarsi venivano visti con una certa ammirazione dai coetanei. D’altra parte, le ragazze che si prestavano alla fuitina sapevano di andare inevitabilmente incontro a una perdita di reputazione, almeno temporanea, che poteva essere riscattata soltanto dal matrimonio riparatore.
Le origini della fuitina risalgono a tempi lontani, quando le famiglie avevano un ruolo predominante nella scelta del partner dei propri figli. Capitava spesso che i genitori non fossero d’accordo con le scelte amorose dei figli, oppure che le famiglie fossero troppo povere per permettersi una dote o una casa per gli sposi. In questi casi, i giovani innamorati decidevano di fuggire insieme per unirsi in matrimonio senza il consenso delle loro famiglie.
Preparativi e fuga
I preparativi per la fuitina erano solitamente segreti e accurati. I giovani innamorati comunicavano la loro decisione a un parente o a un amico fidato, il quale, dopo la loro partenza, doveva darne notizia ai genitori e testimoniare che la fuga era consenziente. Ciò avveniva per evitare che la coppia venisse accusata di rapimento o di violenza.
Ritorno a casa e matrimonio
Trascorsi alcuni giorni, i fuggitivi facevano ritorno a casa, chiedevano perdono alle rispettive famiglie e trovavano alloggio presso la dimora dei genitori del ragazzo. Si procedeva dunque in tutta fretta all’organizzazione del matrimonio, dato che la ragazza veniva ormai considerata “disonorata”.
La cerimonia nuziale presentava alcune differenze rispetto a quelle tradizionali. La sposa non poteva indossare l’abito bianco e il velo, simboli di purezza e verginità, e il matrimonio religioso doveva essere celebrato di prima mattina, alla presenza dei soli testimoni. Naturalmente, non erano previsti festeggiamenti.
Folklore
Sebbene la fuitina sia una tradizione antica e in gran parte caduta in disuso, in alcune zone del Salento è ancora possibile riscontrare tracce di questa pratica. Tuttavia, le celebrazioni dei matrimoni attuali non presentano più le differenze e le restrizioni che caratterizzavano le cerimonie legate alla fuitina.
La fuitina era un’espressione di amore, coraggio e ribellione contro le convenzioni sociali e le restrizioni imposte dalle famiglie. Questa antica tradizione salentina racconta la forza dell’amore e la determinazione dei giovani innamorati nel lottare per la loro felicità e il loro futuro insieme.