Solidarietà da tutta Italia al comandante Antonio Nahi

Ricevere un avviso di garanzia per omicidio stradale non è una cosa di poco conto e lo sta scoprendo sulla sua pelle il comandante della polizia locale di Melendugno, Antonio Nahi. Così come non è di poco conto ricevere una telefonata, in piena notte, che annuncia la morte dei propri congiunti, scomparsi in un modo poi così repentino e violento.

Per esprimere il proprio dolore il comandante Nahi ha voluto lasciare, a imperitura memoria, sui social una lettera aperta rivolta, principalmente, ai suoi colleghi, a quella quarta generazione di rappresentanti della polizia locale. Esso rappresenta il suo testamento spirituale per le nuove generazioni, quelle che egli definisce “rampanti e preparatissimi colleghi e ufficiali” consigliando loro:

«Non abbassate la guardia dunque ma sappiate che, purtroppo, quando noi agiamo, dietro non abbiamo lo Stato italiano a sostenerci ma solo un bravo comandante e, se va bene, una amministrazione. Il mio non vuole essere un monito, non vuole essere un lascito, semplicemente il resoconto di una vita, la mia vita nella polizia municipale, che tanto ho amato e tanto sofferto».

Solidarietà da tutta Italia hanno inondato il post su Facebook del comandante Antonio Nahi. Solidarietà da rappresentanti della polizia locale della nostra Nazione e da semplici cittadini che hanno ringraziato il commissario Nahi per il suo operato. Una solidarietà che ha commosso il nostro, che sentito, al telefono, certamente, non si aspettava.

Gli avvisi di garanzia come le diffide, le querele e le intimidazioni sono da mettere in conto quando si lavora nella polizia locale e nella pubblica amministrazione. Il comandante Nahi è indagato per l’omicidio stradale che ha visto la morte di a Antonio Carlà, 47 anni di Lecce e Sara Rollo, 44 anni di San Donato.

Saranno le perizie e i giudici a stabilire la reale dinamica dell’incidente, avvenuto il 18 luglio scorso, che ha strappato alla vita due giovani vite. Insieme al comandante Antonio Nahi sono indagate altre quattro persone: tre funzionari del comune di Melendugno e la legale rappresentante dell’azienda esecutrice dei lavori della, ahimè, famosa pista ciclabile che insiste proprio nella parte, finale, dove avvenne il tragico incidente nel luglio scorso.

Francesco Cappello

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