Ci sono giornali che hanno fatto la storia del giornalismo ed è una vera opportunità avere l’onore di essere citati da queste testate d’élite. Stiamo parlando del New York Times, un “piccolo” giornale locale di circa 4 milioni di lettori mensili solo in lingua inglese e quasi un milione e mezzo di lettori, in Italia, sempre in lingua inglese. Una di quelle testate autorevoli che trainano tutte le altre.
Il giornale in questione ha pubblicato nei giorni scorsi un lungo reportage sul Salento dove sono citati luoghi da visitare, cose da assaggiare e posti dove dormire e fare un foto per integrare il proprio libro di viaggio.
Indovinate quante volte vengono citati i nostri luoghi che noi amiamo così tanto? Nessuno. Roca, San Foca, Torre dell’Orso non pervenuti. All’autrice dell’articolo non le siamo piaciuti e anche se è venuta da queste parti non siamo stati in grado di entrarle nel cuore e nell’anima.
Ondine Cohane cita nel suo articolo Diso, Surbo (in realtà lo definisce un paese al nord di Lecce), Ugento, Trepuzzi, Castro Marina, un lido alimini (il Kum), Galatina con i suoi pasticciotti, Otranto e la magnifica cattedrale, Tricase porto, Tricase, Lecce e le sue 40 chiese e i locali a ridosso di luoghi di culto, Gagliano del Capo, Gallipoli, Torre San Giovanni, Porto Selvaggio, Punta Suina e Punta Prosciutto. L’articolo lo potete leggere qui (a pagamento) e qui in formato tradotto ma libero da richieste di denaro.
E noi? Che fine hanno fatto i danari per rendere appetibile il nostro territorio? Possibile che ci dobbiamo accontentare sempre delle briciole e guardare, con invidia, i nostri vicini di casa? Di tutte le iniziative portate a termine possibile che abbiamo raccolto solo bandiere blu, verdi e gialle? Il denaro ce l’ha soprattutto l’investitore straniero che riesce a catalizzare i suoi simili e farli venire a soggiornare nelle nostre terre. Ben vengano i soliti riconoscimenti ma non sarebbe ora di alzare l’asticella? E non sto parlando del turismo becero alla Briatore!
In questi anni le nostre attrazioni hanno fatto il giro del mondo ma per fare cosa? Cosa ci rimane? Un servizio su linea blu? Una citazione su Bing? Pensate che quando ho letto l’articolo il sito del lido citato non era raggiungibile per i troppi accessi simultanei. Che sia stato pagato o meno l’articolo non è ora che anche il nostro territorio entri in questo circuito di turismo diverso?
Francesco Cappello