Domani 24 gennaio alle ore 15 inizieranno le operazioni per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il 13esimo. Saranno elezioni uniche nel loro genere perché dovranno rispettare stringenti norme sanitarie. I 1004 elettori voteranno tutti a Roma, anche chi risulta positivo alla variante Omicron, a distanza e al riparo da occhi indiscreti. Stamane, parlando con alcuni amici, abbiamo giocato ai tuttologi. Arte tanto cara al popolo italico. Tutti sanno tutto e il Paese va a scatafascio. La domanda è stata chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica? Abbiamo fatto qualche nome e speriamo che tra i tanti citati ci sia quello che diverrà capo dello Stato in modo che anche noi possiamo gloriarci della famosa frase: “Siamo stati i primi a dirlo”, o come dice Pippo Baudo “ti ho inventato io“.
L’attuale inquilino del Quirinale, Sergio Mattarella, in carica dal 3 febbraio 2015 è stato eletto al quarto scrutinio e ha ereditato un Paese in crisi da Giorgio Napolitano, al suo secondo mandato, in carica da 9 anni. I membri del parlamento nel 2013 non avendo idea di chi mettere al posto di Napolitano lo convinsero a compiere un ulteriore sforzo e a resistere altri due anni. Attualmente alcuni parlamentari vorrebbero ripetere il giochino e rimettere Mattarella ma il buon (?) Sergio pare non sia dello stesso avviso, e ha già declinato il gentile invito durante il discorso di fine anno. Ma non è che detto che se non si riuscisse a trovare una soluzione un Mattarella bis non sia da escludere.
Mario Draghi è l’attuale presidente del Consiglio e da qui ad un anno deve trascinarci fuori dalla pandemia trasformandola in endemia e soprattutto far digerire alcune riforme, lacrime e sangue. Dovrà sopprimere il suo ego e svolgere il compito che gli chiede l’Europa. Ricordiamo che Giuseppe Conte, con un DPCM, dichiarato dai più illegittimo, fermò un Paese nel marzo 2020. Manovra che non sarebbe possibile ad un presidente della Repubblica. Quindi #NODraghi al Quirinale.
Da qualche parte ho letto che il seggio spetterebbe ad un campano e il primo nome che ci viene in mente è Ciriaco de Mita. Ve lo ricordate? Segretario della Democrazia Cristiana e presidente del consiglio dei ministri. Attualmente sindaco di Nusco, sua città natale, ha, fortunatamente, per noi 93 anni e rischia di non concludere il settennato.
Altro campano è Clemente Mastella, sindaco di Benevento, 75 anni, più volte ministro ed europarlamentare. Al centro di qualche guaio giudiziario.
L’attuale uomo uomo forte campano è Vincenzo De Luca, attuale governatore, 72 enne, membro del Partito Democratico. Chissà che un pensierino non lo possa fare ad aspirare a tale, cotanto, alto ruolo.
E se non fosse campano il candidato? Sono sei le regioni che hanno espresso un presidente dal 1946 in poi. Tre campani (Enrico De Nicola, Giovanni Leone e Giorgio Napolitano), 3 piemontesi (Luigi Einaudi, Giuseppe Saragat, Oscar Luigi Scalfaro), 2 sardi (Antonio Segni, Francesco Cossiga), 2 toscani (Giovanni Gronchi, Carlo Azeglio Ciampi), uno ligure (Sandro Pertini) e uno siciliano (Sergio Mattarella).
Letizia Moratti, 72 anni, lombarda, ex sindaco di Milano. La Lombardia, da sempre motore economico del Paese, potrebbe esprimere una figura istituzionale di alto livello ad uso interno.
Emma Bonino, 73 anni, piemontese, ben vista in Europa, rappresentante del femminismo italiano potrebbe degnamente salire al Colle come rappresentante di tante lotte che hanno cambiato il corso della storia repubblicana.
Giuliano Amato piemontese, 83 anni, dottor sottile, ex presidente del consiglio, più volte ministro potrebbe essere l’uomo che metta pace tra tangentopoli e la cosiddetta seconda Repubblica in quanto espressione di un partito ormai quasi estinto, tranne che a Melendugno, quello socialista.
Massimo D’Alema, 72 anni, nato a Roma fu l’unico rappresentante del Partito Comunista a divenire Presidente del Consiglio dei Ministri poco prima che il PCI divenisse la Cosa e poi si trasformasse in DS (Democratici di sinistra).
Rocco Buttiglione, 73 anni, nato a Gallipoli. Ministro un paio di volte. E’ stato eletto anche al parlamento europeo. Dal 2018 si è ritirato dalla vita politica.
E poi chi possiamo mettere in questo giochino? Silvio Berlusconi? Immaginate i magistrati che si ritrovano la foto di Berlusconi appesa alle loro spalle mentre giudicano lo stesso Berlusconi in qualche processo-bis? Ma veramente? Siamo seri per favore. Ma Berlusconi rinsavito ha rinunciato alla candidatura dimostrando una maturità degna di chi comprende che non c’è trippa per gatti.
Potremmo inserire nel calderone, Francesco Rutelli (67 anni, Lazio), Marcello Pera (78 anni – Toscana), Walter Veltroni (66 anni – Lazio), Pier Ferdinando Casini (66 anni – Emilia Romagna), Gianfranco Fini (70 anni – Emilia Romagna), Fausto Bertinotti (81 anni – Lombardia), Rosa Russo Iervolino (85 anni – Campania), Romano Prodi (82 anni – Emilia Romagna), Carlo Cottarelli (67 anni – Lombardia), Pierluigi Castagnetti (77 anni, ultimo segretario del Partito Popolare italiano – Emilia Romagna), Antonio Bassolino (75 anni – Campania), Achille Occhetto (85 anni – Piemonte), Domenico Kappler (63 anni – Lazio, membro di alcune commissioni parlamentari).
Oppure, ancora, qualsiasi altro italian* che abbia compiuto 50 anni di età (vaccinato con terza dose) e goda dei diritti civili e politici come recita l’articolo 84 della nostra costituzione.
E tu chi vorresti che venisse eletto come Presidente della Repubblica? Tutti gli over-50 possono concorrere.
Scrivilo nei commenti in modo che sabato 30 gennaio ti possa vantare di aver azzeccato il nome del 13esimo presidente della Repubblica Italiana.
Francesco Cappello